Continua la saga di Uwe Jantsch a Palermo, l'artista austriaco che qualche settimana fa ha visto rimuovere forzatamente la sua monumentale installazione realizzata con i rifiuti a piazza Garraffello, nel cuore della Vucciria. Come era facile prevedere, il blitz che ha visto all'opera Vigili del Fuoco e operatori Amia, ha suscitato un coro di polemiche. In effetti, al di là di qualsiasi considerazione di carattere artistico, l'azione di pulizia si è concentrata sulla "Cattedrale" di Uwe, continuando a ignorare le discariche (altrettanto abusive) nelle vicinanze. Accanto alla solidarietà non è mancato tuttavia qualche malumore, in quanto le iniziative artistiche di Uwe avrebbero attirato fin troppa attenzione sul quartiere Vucciria e sulle attività abusive svolte nei suoi vicoli.
Le polemiche su questo evento (la rimozione dell'Eversetrash che era sorto, dopo anni di lavoro, sulla struttura diroccata di Palazzo Lo Mazzarino Merlo (che, in quanto rudere, continua a essere ignorato dall'amministrazione cittadina) sono destinate a moltiplicarsi nel tempo. Intanto, inizia a circolare il catalogo artigianale realizzato da Uwe sull'opera scomparsa. Unico modo, ormai, per conoscere (attraverso un dettagliato dossier fotografico) l'installazione spazzata via dalla mano inflessibile dell'antiabusivismo.
E poi?
Riflettiamo. Al di là di qualsiasi considerazione artistica, l'installazione di Uwe, la sua "Cattedrale", nasceva in una condizione di assoluta precarietà. Abusiva o no, era un'installazione che troneggiava da un edificio in rovina, irta di rottami e materiali certamente non inossidabili. Sarebbe stato ingenuo illudersi che potesse restare lì, immutabile, a tempo indeterminato. Lo stesso arrivo dell'inverno e delle pioggie avrebbe messo a rischio l'integrità dell'opera e prodotto anche un ragionevole pericolo di stabilità.
Io penso che, sorvolando per adesso sulle possibili denunce per occupazione di suolo demaniale, questo strano e concitato episodio di rimozione forzata, non porterà che fortuna a Uwe Jantsch. Gli regalerà tanta visibilità in più. Gli sta portando una marea di solidarietà da parte di chi già conosceva il suo lavoro precedente, e senz'altro sta suscitando la curiosità di quanti ancora non gli avevano prestato attenzione. I lavori futuri di Uwe potranno contare su un'eco cittadina decuplicata, e la sua popolarità crescerà in modo esponenziale.
Ne sono praticamente sicuro.
Considerando, quindi, l'ineluttabilità di una fine che per la "Cattedrale" sarebbe dovuta prima o poi arrivare, possiamo dire che "non tutti i mali vengono per nuocere". L'Everestrash non potrebbe essere più immortale ora che non c'è più. E la platea già rumoreggia nell'attesa di nuove performance di Uwe Jantsch.
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