mercoledì, maggio 28, 2008

Le Parole che Contano

Martin Niemöller (1892-1984), fu un pastore luterano tedesco oppositore del nazismo. Fu arrestato nel 1937 dalla Gestapo dietro ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone. La sua prigionia sarebbe durata otto anni. Le sue celebri parole contro la noncuranza ispirarono la canzone "Yellow Triangle" di Christy Moore e tante altre versioni.
Il discorso è noto come "contro l'apatia" e la "violenza della tranquillità". Ma è ancora più noto come una sorta di monito politico, più volte riscritto, integrato e aggiornato sulla base dei mutamenti storici e sociali. Usato nei cortei e come lucido argomento contro l'indifferenza davanti all'avanzata di un potere liberticida, le parole di Niemöller attraversano il tempo e i linguaggi, giungendo a noi anche per mezzo dei media più frivoli e inattesi. Una versione leggermente diversa di questo testo politico è citata persino in un episodio della quarta stagione della serie televisiva americana "Desperate Housewives".
Oggi, i concetti espressi nel 1945 da Martin Niemöller echeggiano ancora, sollevati dai venti di intolleranza e violenza che stanno spazzando il nostro paese in queste settimane. Rimbalzano su Internet su più blog, sui siti di molte associazioni politiche. E importa poco se un errore comune (che sembra avere radici nella svista di una fonte spagnola) ne attribuisce l'origine a un'inesistente poesia di Bertolt Brecht.
Quel che contano, ovviamente, sono le parole. Meglio: i concetti di fondo. Per questo, scelgo di omologarmi e contribuire alla loro diffusione nella forma attualmente in uso.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.


Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare.



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