«...non rideva davvero così...?»
«Oh, assolutamente. Quando i criminali ridono, è sempre ‘Nya-Ha-Haaaa!!!’. E quando ridono gli eroi è ‘Bwah-Ha-Haaa!’. E’ una specie di regola non scritta.»
I lettori rideranno a modo loro. Secondo l’umore e il carattere. Ma rideranno. Parola della premiata ditta Keith Giffen e J.M. DeMatteis, che sembra non sbagliare un colpo. Quanti avevano apprezzato quel gioiellino di demenza intitolato Quelli che un tempo erano la Justice League, scopriranno in Hero Squared – Eroe al quadrato un ulteriore sviluppo del potenziale comico di questi autori che potremmo definire i Monty Python del fumetto supereroistico. Prodotto dalla neonata e rampante Boom! Studios, cui già si deve il truce Irredeemable, e pubblicato nel nostro paese da ItalyComics, Hero Squared è la dimostrazione che gli eroi in tuta possono ancora divertire. E farlo in modo arguto, intrecciando l’omaggio affettuoso con un irrefrenabile umorismo.
Milo Stone è un giovane loser che vive a New York. Sciatto, privo di ambizioni. Trascorre le sue giornate giocando ai videogames e coltiva il sogno di realizzare un film, ma è arenato da tempo sul progetto di un improbabile cortometraggio sulla vita di uno zio operatore ecologico. La sua vita cambia quando nel suo appartamento irrompe Capitan Valor, eroe in calzamaglia dai sorprendenti poteri. Un personaggio che Milo era abituato a vedere sulle inoffensive pagine dei suoi fumetti preferiti. Solo che questo Capitan Valor è reale, ha il suo stesso volto, e soprattutto afferma di essere anche lui Milo Stone. L’universo da cui proviene, dice, è stato totalmente distrutto dal terribile Caliginous, sua nemesi. L’avversario assetato di vendetta lo sta braccando, e il mondo in cui si trova adesso rischia di fare la stessa fine. Peccato che il suo alter ego in questo universo abbia avuto una vita differente, sia privo di poteri e anche piuttosto riluttante all’idea di diventare un eroe. In verità, sono in pochi a pensare che il Milo Stone di questa terra non sia un perfetto idiota. Tra questi c’è Stephie, la sua pragmatica e innamoratissima ragazza. Il fatto inquietante è che il terribile Caliginous è proprio la Stephie di una realtà alternativa, furiosa con Valor per ragioni ancora tutte da scoprire.
L’idea di base deve molto a un sottogenere che la fantascienza ha praticato a lungo. Quella degli universi possibili o paralleli. Il tono scanzonato ricorda alcune pagine di Assurdo Universo, celebre romanzo di Fredric Brown, dove il protagonista, redattore di un magazine di science fiction, veniva proiettato in un mondo generato dalla mente infantile e fantasiosa di un giovane lettore, ed era messo a confronto con la versione tangibile di tutti i cliché con i quali aveva sempre lavorato. Qui abbiamo l’ennesima controfigura di Superman, il più grande eroe del suo mondo (come spesso egli ama immodestamente definirsi) specchiato nella negazione di tutto ciò che rappresenta. L’anonimato, la quotidianità e l’apatia. Gli esilaranti dialoghi da commedia di Hero Squared varrebbero da soli la lettura della serie. Tuttavia, andando avanti ci si accorge che la carne al fuoco è ben più consistente di quanto sembrasse all’inizio. Hero Squared è un fumetto che riesce a formalizzare nella propria cornice i veri intenti del suo narrare. Se i primi botti sono dovuti al confronto tra le due diverse versioni del medesimo protagonista, i veri giochi di fuoco sono rappresentati dal costante omaggio al genere supereroistico e ai tanti mutamenti che questo ha subito nel corso degli anni. Si inizia parlando di universi paralleli e di sensibili variazioni al loro interno. Valor spiega la sua presenza nei fumetti come una lontana influenza della propria realtà, un flusso di informazioni che raggiunge il mondo di Milo come manifestazione dell’inconscio collettivo. Ma i diversi punti di vista di più personaggi possono rappresentare una realtà pirandelliana altrettanto alternativa. I racconti di Capitan Valor evocano tavole a fumetti dallo stile classicheggiante e dal piglio ingenuo. Una realtà avventurosa piena di falle logiche che suscita in chi lo ascolta fondatissimi dubbi.
«Un intero isolato di edifici abbandonati... nel cuore di New York? Lo trovo estremamente difficile da credere.»
«Oh, saresti sorpresa di quanto spesso succedeva. Praticamente ogni volta che mi ritrovavo in una battaglia mortale con qualche folle supercriminale, in qualche modo finivamo per scontrarci attraverso un isolato di edifici abbandonati.»
Il passaggio di Capitan Valor nel mondo “reale” è quindi occasione per elencare e sbeffeggiare le tante ingenuità del fumetto supereroistico più classico. Ma il punto di vista può cambiare, e mostrarci una realtà ancora differente. Un mondo di supereroi cinici, violenti e moralmente controversi. Dichiarata strizzata d’occhio a titoli come Authority, Ultimates e al cattivismo che tutt’oggi tiene banco su alcune serie dedicate agli eroi in tuta. Potremmo dire che con Hero Squared, Giffen e DeMatteis mettono il supereroe a nudo, come provetti dermatologi individuano ogni neo sul corpo e ne canzonano le forme bislacche. Il disegnatore Joe Abraham, mette il suo tratto giocoso al servizio di una storia che vive soprattutto nei dialoghi. Particolare che potrebbe scoraggiare qualche lettore più avvezzo a tavole pirotecniche che a un buon crescendo narrativo. Lo stile di Abraham è semplice e geniale nello stesso tempo. Comunica all’istante che Milo e Valor non sono la stessa persona pur assomigliandosi come gocce d’acqua. La caratterizzazione di Caliginous, la Stephie malvagia, e del suo lacchè Sloat è deliziosamente cartoonesca. Il tono generale della serie potrebbe ricordare, per certi versi, una versione politicamente più scorretta de Gli Incredibili. Stesso vortice di citazioni e felice cocktail di avventura e ironia.
Una precisazione. Il primo numero della testata Hero Squared - Eroe al quadrato pubblicata dalla ItalyComics presenta le avventure dei due Milo a partire dal primo numero della miniserie in tre albi che in America ha seguito l’uscita di quello che si può definire il numero zero della serie. Edita negli Stati Uniti dalla Atomeka Press, la primissima storia di Hero Squared (quella che mostra l’incontro tra Milo e Valor) è uscita nel 2004 ed è stata pubblicata in Italia dalla Star Comics sul numero 15 della rivista Star Magazine New, tutt’ora disponibile come arretrato. Due anni più tardi, la Boom! Studios fa suo il progetto di Giffen e DeMatteis, dando il via alla miniserie attualmente in corso di pubblicazione nel nostro paese. A questa seguirà la serie regolare, che vedremo sempre sotto il marchio ItalyComics. Le fila del racconto sono ben riassunte nelle prime tavole della miniserie, dove è possibile vedere la reazione allibita dei media del nostro mondo davanti l’improvvisa apparizione di un uomo volante e di strampalate minacce aliene.
La Boom! Studios conferma dunque il suo approccio alternativo ai supereroi e il modo fresco di realizzare fumetti. Un altro mondo rispetto a titoli storici che ultimamente languono nel ripetersi di situazioni già viste e in uno stile frusto, spesso ammantato di falsa trasgressione. Hero Squared ci rivela una volta di più che il garbo e la verve possono ancora essere carte vincenti.
Anche nel nostro stanco universo annoiato.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.
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