giovedì, maggio 06, 2010

Y, l'ultimo uomo: una riproposta da non perdere

Bastano pochi istanti, e l'intera popolazione mondiale di genere maschile è sterminata. Ogni uomo, ogni animale, tutto ciò che reca in sé il cromosoma Y è estirpato dopo una rapidissima e sanguinosa agonia. L'epidemia, inesorabile e misteriosa come una piaga biblica, non ha precedenti né spiegazioni di sorta. Soltanto Yorick Brown, un giovane aspirante escapista, è sopravvisuto al genericidio insieme alla sua scimmia cappuccina, anch'essa un maschio. Le ragioni della loro immunità sono ignote, e dovranno intraprendere un lungo viaggio attraverso un pianeta profondamente cambiato prima di svelare l'allucinante arcano che si nasconde dietro l'apocalisse del genere maschile e la loro inspiegabile resistenza al terribile male. 

 

Torna in una nuova edizione in fascicoli brossurati e a prezzo contenuto la saga di Y, l'Ultimo Uomo. Un capolavoro a fumetti nato sotto l'etichetta Vertigo della DC Comics e già pubblicato in Italia dalla Magic Press in undici volumi, oggi per lo più introvabili. Un'occasione preziosa per chi ancora non ha letto uno dei fumetti d'avventura più originali e avvincenti degli ultimi anni. Uno spunto sconcertante che nelle mani di altri sarebbe potuto diventare il concept per una barzelletta a luci rosse. Y, l’ultimo uomo ci presenta, invece,  la rappresentazione epica di un mondo squarciato, costretto a ridefinirsi declinando al femminile ogni ruolo chiave. Dalla politica fino all’ultimo gradino della scala sociale, il sessismo è stato spazzato via per lasciare spazio a un inedito precario ordine, dove l'eterno femminino guarda in uno specchio deformante, scoprendovi spesso un riflesso mostruoso quanto il fantasma dell'ormai tramontato immaginario maschilista.

Brian K. Vaughan (autore di Ex Machina e sceneggiatore di Lost) adotta per Y, l'ultimo uomo un approccio televisivo, in cui ogni capitolo svolge una funzione simile all'episodio di una serie articolata in stagioni. I misteri relativi all'epidemia, all'apparente immunità di Yorick e della sua incredibile scimmia (anch'essa caratterizzata come un personaggio straordinario), si sviluppano poco per volta, al ritmo di colpi di scena calibrati e costanti. Il protagonista, Yorick, trasformato improvvisamente in una sorta di moderno Graal che tutte cercano nella speranza di poter garantire ancora un futuro al genere umano, è un eroe atipico e dagli sviluppi imprevedibili. E’ curioso notare che il nome dell’unico sopravvissuto (datogli dal padre, appassionato delle opere di Shakespeare) non solo inizi per Y come il cromosoma fatale, ma appartenga in origine a un personaggio che compare nell’Amleto da defunto, sotto forma di un polveroso teschio. Né è casuale il nome dell’ambigua sorella del protagonista, Hero. Un nome che già di per sé annuncia conflitti non soltanto interiori. Le valenze allegoriche e satiriche dell’opera di Vaughan sono palesi. Procedendo come il Gulliver narrato da Jonathan Swift, viaggiamo con Yorick attraverso il pianeta delle donne e scopriamo poco per volta gli esiti immediati del grande cambiamento. Ogni meraviglia, ogni orrore.

Motore iniziale delle azioni di Yorick è la ricerca di Beth, l'affascinante fidanzata che durante il manifestarsi della piaga globale si trovava in Australia, lontanissima dal suo uomo. Ma ben presto, il filo rosso della storia d'amore si ingarbuglia, intrecciandosi con vicende ora tragiche ora inaspettatamente ironiche, sempre gestite con grande senso dell'avventura. I disegni di Pia Guerra sono talmente classici ed espressivi da rasentare la perfezione e si amalgamano con i dialoghi di Vaughan come se fossero opera di un unico artista.
Racconto di fantascienza, diario di un viaggio iniziatico, saga avventurosa e apologo satirico, Y, l'ultimo uomo è un fumetto che possiede molti livelli di lettura, ed è in grado di parlare a un uditorio variegato, regalando
divertimento, salti sulla sedia e persino commozione. Lo scenario post catastrofe che ricorda serial come I Sopravvissuti, riesce qui ad andare oltre l'intrattenimento e a scardinare i cliché cui i lettori più avvertiti si credono abituati. Per il lettore maschio può rappresentare l'inizio di un incubo che (lungi dal renderlo unico gallo in un pollaio) metterà la sua preziosa vita in pericolo, e lo spingerà a scoprire dentro di sé risorse che ignorava di possedere. Per le lettrici donne, può essere visto come l'ipotesi di un mondo improvvisamente sovvertito, dove il termine dell'antica guerra tra sessi non segna l'inizio di alcuna concordia, ma una nuova ondata di contraddizioni sociali e una lenta riscoperta di cosa significa davvero essere umani.
Y, l'ultimo uomo è un’opera ambiziosa che mantiene ogni sua promessa e regala una lettura piena di soddisfazioni. Una narrazione in apparenza tradizionale, il cui sapore ricorda  il tono di certi film fantastici degli anni cinquanta, ma con il brio e i dialoghi di una sensibilità scafata, e dei contenuti spesso sovversivi nella loro profondità sociologica.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.

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