venerdì, giugno 02, 2006

UNA "X" SUL CUORE


Visto finalmente il film "X-Men: Conflitto finale". Pellicola diretta da Brett Ratner, che conclude la trilogia (ma sarà davvero così?) dei mutanti Marvel al cinema, dopo l'abbandono del regista Bryan Singer, autore dei primi due capitoli della saga.

Che dire? Come ogni appassionato del fumetto a cui i film si ispirano, attendevo con curiosità questo ultimo episodio. L'addio di Singer, che rinunciava al progetto per dedicarsi al lifting di Superman, aveva gettato nello sconforto chi aveva amato le prime due pellicole. E oggi, su molti forum, i nerds di ultima generazione (o meglio, i "coolnerds" di cui ho già parlato) si sono scatenati producendo numerose critiche che stanno investendo (retrospettivamente) anche le due pellicole precedenti, un tempo osannate dagli stessi.

Beh, dirò la mia. "X-Men: Conflitto finale" è un film piacevolissimo. Chi conosce e ama la saga a fumetti può riconoscere una quantità di citazioni e adattamenti discretamente illuminati di quella che era la controparte cartacea. Il film (accusato da qualcuno di essere troppo breve) avrà senz'altro delle pecche. Ma non più dei primi due episodi cinematografici. La qualità di base, in mano a Ratner, si mantiene all'altezza delle migliori aspettative, e a mio avviso, l'assenza di Singer non si nota nemmeno.

Sono dell'opinione che Bryan Singer, dopo il buon esito del primo "X-Men" sia stato eccessivamente mitizzato. Brett Ratner, già con "Red Dragon" (prequel del "Silenzio degli Innocenti"), aveva dimostrato di non essere il primo velleitario sulla piazza. Parliamoci chiaro: "Red Dragon" era un film modestissimo con attori strepitosi (ma il romanzo di Thomas Harris da cui è tratto, è già di per sé mediocre). Tuttavia, Ratner dimostrava di avere delle intuizioni di regia molto interessanti e - guarda caso - ricordava moltissimo lo stile di Singer.

Il racconto della presunta "cura" per il gene mutante, fa entrare nel vivo la parabola sulla diversità iniziata dai primi due capitoli. Potremmo dire che la trilogia di "X-Men" è una saga gay supereroistica, in quanto affronta con sufficiente intelligenza e buon senso dello spettacolo l'argomento della diversità e i suoi risvolti sociali.

Consiglio di vedere il film, magari recuperando su dvd i precedenti episodi. Wolverine è sempre grande, i colpi di scena non mancano, Famke Jansen come Fenice Nera è semplicemente splendida. Linda Blair nell'"Esorcista" può andare a nascondersi, questa Fenice è davvero spaventosa.

Peccato che ultimamente, la controparte a fumetti di questa saga navighi in acque così mediocri.

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