venerdì, giugno 09, 2006

PACS E CHIESA: ECLISSI DI COSA?


Esistono concetti che dovrebbero essere talmente ovvi da rendere inutile la loro enunciazione. Esistono azioni talmente malate che contengono già in sé la loro condanna morale. Esistono, poi, la politica, una storia fatta di compromessi riusciti solo in parte, e dei tempi mai così bui. Tempi in cui vediamo la tecnologia evolversi con una velocità sorprendente mentre il senso di umanità e maturità della morale sembrano conoscere solo la logica del gambero. Allora ci scopriamo prigionieri di un Medio Evo spirituale che non vuole saperne di svecchiarsi, che non guarda al futuro, ma difende con le unghie e con i denti le proprie tradizioni, anche le più illusorie.
Inoltre, perché nessuno parla? Perché davanti ai sempre più deprecabili interventi della Chiesa, nessun politico prende una posizione realmente definita? Siamo stanchi. Non ne possiamo più di sentire insultare la nostra intelligenza. Eppure chiediamo solo di poter vivere normalmente.
E’ notizia di questi giorni. Nell’interminabile polemica sui Pacs, la Chiesa è tornata a esprimere il proprio parere. Un’opinione che – come ormai è abitudine – non è rivolta unicamente a coloro che ne fanno parte in quanto cattolici, ma all’intero paese, premendo sulle istituzioni affinché anche chi non condivide la fede cattolica sia costretto per legge ad adeguarsi a una morale che non gli appartiene.

Nel comunicato ANSA, leggiamo: Il Pontificio Consiglio per la Famiglia diretto dal cardinale Lopez Truillo torna a scagliarsi contro i Pacs. Nel documento “Famiglia e procreazione umana” si sottolinea che “è l'eclissi di Dio” alla radice della “profonda crisi della verita’” a ispirare leggi che tendono a riconoscere coppie formate “da omosessuali che rivendicano gli stessi diritti riservati a marito e moglie”. “Mai come ora -continua- il matrimonio è vittima di attacchi tanto violenti”.

Bene. Adesso sì che conosciamo il vero male del nostro nuovo secolo.
Tuttavia, è lecito domandarsi: perché la Chiesa, il Pontefice, gli alti prelati, non proferiscono parola su quisquilie come guerre, pulizia etnica, fame nel mondo, profitto sfrenato di pochi a discapito delle masse in miseria, pena di morte, razzismo. Il “prurito” resta sempre e solo quello. Il sesso. E unica preoccupazione dei ministri di Dio è la salvaguardia della famiglia tradizionalmente intesa. Istituzione, quest’ultima, che mai quanto negli ultimi decenni ha dato prova della sua profonda crisi e di tutti i limiti che le sono propri, rivelando agli occhi del mondo episodi non isolati di violenza, abuso, sfruttamento, inadeguatezza.
La Chiesa e tutti i suoi ministri non lascia passare giorno senza bestemmiare in modo osceno la religione che afferma di professare. Ha scelto un comodo spauracchio, una minoranza da perseguitare con comodo, tacendo (come in passato con l’olocausto) su tutte le reali piaghe che affliggono il nostro pianeta. Sangue, fame, ingiustizia. Piaghe di Cristo, potremmo dire, ricordando che si pecca più facilmente per omissione che per azione. Sì, la Chiesa, questa Chiesa del nuovo millennio, dovrebbe vergognarsi e temere il giudizio del Dio che dice di adorare, in quanto erede di quegli scribi e farisei sbugiardati da Cristo stesso.
Una Chiesa che continua a tenere viva la disparità tra uomo e donna precludendo a queste il sacerdozio, ma pretende di dirsi moderna, mentre si ostina a commettere i medesimi sbagli dei secoli passati. Il rogo mediatico non brucia meno della pira, e la memoria storica delle ottuse intransigenze del clero, consumate con buona pace del principio universale di carità, si allunga sempre di più.
E’ vero, l’eclissi di Dio è in atto, e tutti potremmo pagarne le conseguenze, credenti e non credenti. E’ incominciata tanto tempo fa, quando i valori fondanti del Vangelo, quelli condivisibili dalla totalità di uomini e donne, cioè la misericordia e la tolleranza, sono tramontati nell’animo di chi in terra pretende di esserne il portavoce.
Questa non è fede. Ma solo sporca brama di controllo.
Alleluja!

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