lunedì, settembre 24, 2007

Lavori in corso

Ho appena firmato le bozze di stampa. Il primo episodio di “Chiron” è attualmente in tipografia e presto, io e la mia "creatura", saremo chiamati a misurarci con gli umori del pubblico. E’ addirittura scontato dire che questo primo passo sul terreno accidentato del fumetto italiano mi mette addosso un po’ di ansia. Tutto è stato coraggiosamente inventato. Come un essere mostruoso messo insieme in un fatiscente laboratorio da uno scienziato pazzo, in pressoché totale solitudine e in preda a un raptus creativo molto simile a un trip allucinogeno. Un’autoproduzione che si presenterà sotto un marchio personale chiamato (pensa un po'): Freak Show, e che mi è costata non pochi sacrifici, sia in termini d’impegno che economici. E’ curioso notare come “Chiron” si affaccerà alla ribalta contemporaneamente a “Maschere”, altro fumetto supereroistico interamente prodotto a Palermo dall’Associazione Alex Raymond con le firme di Antonio Panepinto e Quirino Calderone. Debutto che potrà comunque giovarsi di maggiori risorse promozionali rispetto al mio piccolo Frankenstein di carta. Un accostamente intrigante, ma che si esaurisce nella vicinanza dei generi e nella presenza tra le sue pagine di personaggi con superpoteri, giacché approccio narrativo e forma sono affatto differenti. Se gli autori di “Maschere”, come si legge nelle recenti interviste, si propongono di infondere un sapore italiano a un genere classico di matrice statunitense senza tradirne le regole, “Chiron” è un fumetto dagli intenti forse più sperimentali. Anzi, direi che è un prodotto fottutamente strano.

Forse non è neppure esatto definirlo una storia di supereroi, ma un cocktail di generi pulp, con un retrogusto avventuroso e una spruzzatina di satira. “Chiron” si colloca in una zona d’ombra, intermedia tra il fumetto popolare e l’underground, attingendo per le proprie meccaniche narrative ai più recenti serial televisivi e ricorrendo a un linguaggio (grafico e scritto) spesso grottesco, al limite del parodistico. E questo nonostante la vicenda che racconta sia decisamente noir. Persino i nomi di alcuni protagonisti risultano uno sberleffo agli omologatissimi cliché che pretendono sempre personaggi dalle generalità anglofone e musicali, eroi giovani e slanciati, bad girls prodotte in serie. La collocazione geografica in un immaginario stato cosmopolita (del quale si scoprirà di più a mano a mano che la serie andrà avanti) permette giochi linguistici e allusioni caricaturali molto stimolanti. “Chiron”, insomma, è il fumetto di supereroi che piacerebbe leggere a me. Grezzo, senza filtri commerciali, un pulcioso ma vivace cane sciolto. Un divertimento fuori degli argini, che se ne frega delle logiche di mercato. Insomma, un ragazzo selvaggio che dovrà imparare a camminare eretto.
O anche a spiccare il volo. Perché no?

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