Insomma un putiferio che più esagerato non si può.
Di questi tempi, è difficile che i contenuti essenziali di “One More Day” non abbiano già raggiunto i lettori italiani. Tuttavia, è corretto inserire la segnalazione SPOILER, qualora qualcuno si fosse perso il tam tam mediatico che ha già sputtanato la saga anche nel nostro paese.
In verità, non intendo perdere tempo a elencare i mutamenti che cancellano quasi trent'anni di storie del ragnetto. Non mi interessano. Come non mi interessa giudicare lo stratagemma narrativo messo in atto da Quesada e Straczynski per fare piazza pulita degli ultimi avvenimenti (ma non solo) nei quali l'amichevole Uomo Ragno di quartiere era rimasto impantanato allontanandosi sempre più dalla caratterizzazione (riuscitissima) che l'aveva reso celebre.
Dopo gli eventi de “L'Altro”, l'ingresso del personaggio nei “Nuovi Vendicatori” e il ciclo di “Civil War”, Quesada pare aver deciso che lo snaturamento dell'Uomo Ragno aveva raggiunto un punto di non ritorno. Eroe incompreso, cane sciolto, personaggio tragico e solitario nonché paradigma perfetto del supereroe schiacciato dalle miserie umane, l'Uomo Ragno – ritiene qualcuno – aveva cominciato a mostrare segni di cedimento quando la Marvel di allora aveva deciso di farlo convolare a giuste nozze con la rossa Mary Jane Watson. Un grosso cambiamento nello status quo del personaggio, che congedava una grossa fetta di ingredienti di matrice soap operistica. Niente più altri amori, quindi. E agli struggimenti sentimentali della gioventù si sarebbero sostituiti gli inevitabili momenti bui lungo gli anni del matrimonio. Ma al di là di questo, altri profondi cambiamenti degli ultimi anni sono stati rappresentati dalla scoperta dell'identità di Peter da parte della zia May (per decenni ignara fino alla stupidità del segreto del nipote) e dall'alleanza stabile di Spidey con altri eroi del cosmo Marvel, fino all'ufficializzazione del suo ruolo all'interno dei Vendicatori e lo smascheramento (inutile e voluto) durante Civil War. Tutti questi elementi devono essere sembrati un ciarpame ormai troppo invadente agli occhi di Joe Quesada, attento alle nuove generazioni di lettori e intenzionato a restituire il personaggio alla dimensione giovanile che era rimasta sepolta sotto tonnellate di argomenti eterogenei alle premesse di partenza della serie, come divintà totemiche, atti di registrazione, supersquadre dove l'eroe risulta inserito a forza e caotici crossover. Tanto più che, dopo essere già morta e resuscitata una volta, la zia May (comprimario del quale l'Uomo Ragno sembra non poter proprio fare a meno) versa in gravi condizioni dopo essere stata centrata da un proiettile destinato al nipote. Come venir fuori da un casino simile?
E allora via. Colpo di spugna. Ed ecco...
...il demone Mefisto (il Diavolo ufficiale di casa Marvel) entrare nella vita di Peter per proporre un farraginoso patto faustiano. Zia May vivrà, in cambio non dell'anima di Peter (forse, col passare dei secoli, al diavolo è venuto a uggia giocare con il fato ultraterreno degli umani, e oggi si diverte di più a sfasciare le famiglie come una pettegola da due soldi), ma del matrimonio, anzi dell'amore tra Peter e Mary Jane.
Le conseguenze, pare, sono le seguenti. Peter e Mary Jane non sono mai stati sposati. Forse non si conoscono neppure. Zia May sta benissimo e non ha mai scoperto l'identità di Peter. Peter non è rimasto coinvolto negli eventi di Civil War così come ci è stato raccontato, e di conseguenza la sua identità segreta è ancora tale. Inoltre, il personaggio ringiovanirà, tornando a lavorare come fotografo per il Daily Bugle (almeno così sembra) e ricominciando a vivere le sottotrame quotidiane di un tempo.
Questo, in linee generali, il menu che ha suscitato l'indignazione dei lettori statunitensi. Da qui, le ingiurie contro Quesada e il ribollire degli animi nerd più affezionati al tessiragnatele.
Il mio parere?
Trovo che tutto questo can can sia decisamento esagerato. Chissà, forse anche montato a bella posta per motivi di carattere commerciale. Non ho letto “One More Day” in lingua originale e non posso esprimere una critica attendibile. Date le premesse, è più che probabile che la qualità della miniserie sia davvero discutibile. Ma c'è da ricordare che la maggior parte delle storie ragnesche degli ultimi anni hanno seguito una china infausta. L'uso del personaggio all'interno di un cosmo pletorico e confuso, goffi tentativi di modificare in modo “sconvolgente” elementi che lo avevano caratterizzato per lungo tempo e altri passi falsi, hanno progressivamente (è la mia opinione) reso il fumetto dell'Uomo Ragno una sorta di abito vecchio che si indossa ancora per affetto nonostante tempo e intemperie lo abbiano visibilmente logorato. Né è detto che il giro in lavatrice orchestrato da Joe Quesada sia sufficiente per riportarlo agli antichi splendori.
Non riesco comunque a condannare gli intenti di base. L'idea, cioè, di cancellare dalla storia sviluppi ormai ingestibili e di ripartire quasi da zero, reintroducendo gli spunti classici che gli anni avevano annacquato. Non mi entusiasma, ma neppure mi sento di condividere la collera dei lettori americani.
L'intervento di Mefisto? Dalle mie parti (in Sicilia) si usa la parola “tascio” per indicare qualcosa di cattivo gusto, sciocco e dozzinale. Ma riflettendoci, non era facile trovare una medicina diversa per il male che si intendeva curare. Il concetto di riscrittura degli eventi può essere affidato solo ad agenti di tipo soprannaturale, e in fin dei conti la Marvel non è nuova a questo genere di exploit.
La domanda che mi pongo, in definitiva, è questa. C'è poi tanta differenza (come espediente) tra quanto succede oggi al solo (per ora!) Uomo Ragno in “One More Day” e quanto successo tempo fa all'intero cosmo DC, quando l'evento “Crisi nei Mondi Infiniti” ridisegnò passato e caratteristiche di tutti gli eroi della distinta concorrenza?
Pur tenendo conto che “Crisis”, intesa come miniserie, ha i suoi estimatori, e che là si mirava a ridefinire un intero pantheon di personaggi, in cosa differisce, dopotutto, la svolta voluta da Quesada? A noi lettore preme davvero la qualità delle storie? Desideriamo un cambio di rotta di una serie nonostante tutto amatissima? O ci limitiamo ad arricciare il naso davanti alla scelta di fermarsi davanti al baratro narrativo e ripartire da un capitolo precedente?
E' un'operazione che è già stata eseguita altrove. Forse meglio, non so. Ma lo spirito del progetto mi sembra tutto sommato identico. Il nodo gordiano, che nessuna riusciva a sciogliere, fu tagliato dalla spada di Alessandro Magno. Una soluzione drastica e forse poco elegante. Ma inevitabile quando ci si vuole liberare di un nodo inespugnabile. Non mi preme certo parlare in difesa di una miniserie che non ho neppure letto. Penso soltanto che l'Uomo Ragno aveva preso una piega noiosa e terribilmente omologata. Lui, il più riuscito tra i supereroi con super-problemi. Confido solo che la scelta chirurgica di Quesada, per quanto sospetta nella forma, possa ripresentare a noi, invecchiati lettori degli anni settanta, un Peter Parker credibile, un Uomo Ragno solitario e amletico, una serie di sottotrame intriganti. Di quanto è avvenuto prima, negli ultimi controversi anni, me ne fregherò volentieri, se i futuri sceneggiatori inizieranno a scrivere in modo più responsabile.
E' solo una speranza. Da parte di chi non ha mai visto di buon occhio smascheramenti, atti di registrazione e incroci narrativi sempre più incoerenti.
Il dubbio più grosso, semmai, consiste nel come potranno essere rettificati i tanti snodi narrativi che hanno coinvolto nelle vicende del ragno dozzine di altri personaggi della presunta “Casa delle Idee”.
E qui, più che altrove, la Marvel sarà chiamata a tener fede al suo appellativo storico e a tirare fuori qualche idea decente.
Buona fortuna. Soprattutto a noi lettori.
(Informazioni più dettagliate e curiosità sulla miniserie "One more Day" possono essere lette su ComicUS cliccando su questo link).
Di questi tempi, è difficile che i contenuti essenziali di “One More Day” non abbiano già raggiunto i lettori italiani. Tuttavia, è corretto inserire la segnalazione SPOILER, qualora qualcuno si fosse perso il tam tam mediatico che ha già sputtanato la saga anche nel nostro paese.
In verità, non intendo perdere tempo a elencare i mutamenti che cancellano quasi trent'anni di storie del ragnetto. Non mi interessano. Come non mi interessa giudicare lo stratagemma narrativo messo in atto da Quesada e Straczynski per fare piazza pulita degli ultimi avvenimenti (ma non solo) nei quali l'amichevole Uomo Ragno di quartiere era rimasto impantanato allontanandosi sempre più dalla caratterizzazione (riuscitissima) che l'aveva reso celebre.
Dopo gli eventi de “L'Altro”, l'ingresso del personaggio nei “Nuovi Vendicatori” e il ciclo di “Civil War”, Quesada pare aver deciso che lo snaturamento dell'Uomo Ragno aveva raggiunto un punto di non ritorno. Eroe incompreso, cane sciolto, personaggio tragico e solitario nonché paradigma perfetto del supereroe schiacciato dalle miserie umane, l'Uomo Ragno – ritiene qualcuno – aveva cominciato a mostrare segni di cedimento quando la Marvel di allora aveva deciso di farlo convolare a giuste nozze con la rossa Mary Jane Watson. Un grosso cambiamento nello status quo del personaggio, che congedava una grossa fetta di ingredienti di matrice soap operistica. Niente più altri amori, quindi. E agli struggimenti sentimentali della gioventù si sarebbero sostituiti gli inevitabili momenti bui lungo gli anni del matrimonio. Ma al di là di questo, altri profondi cambiamenti degli ultimi anni sono stati rappresentati dalla scoperta dell'identità di Peter da parte della zia May (per decenni ignara fino alla stupidità del segreto del nipote) e dall'alleanza stabile di Spidey con altri eroi del cosmo Marvel, fino all'ufficializzazione del suo ruolo all'interno dei Vendicatori e lo smascheramento (inutile e voluto) durante Civil War. Tutti questi elementi devono essere sembrati un ciarpame ormai troppo invadente agli occhi di Joe Quesada, attento alle nuove generazioni di lettori e intenzionato a restituire il personaggio alla dimensione giovanile che era rimasta sepolta sotto tonnellate di argomenti eterogenei alle premesse di partenza della serie, come divintà totemiche, atti di registrazione, supersquadre dove l'eroe risulta inserito a forza e caotici crossover. Tanto più che, dopo essere già morta e resuscitata una volta, la zia May (comprimario del quale l'Uomo Ragno sembra non poter proprio fare a meno) versa in gravi condizioni dopo essere stata centrata da un proiettile destinato al nipote. Come venir fuori da un casino simile?
E allora via. Colpo di spugna. Ed ecco...
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
...il demone Mefisto (il Diavolo ufficiale di casa Marvel) entrare nella vita di Peter per proporre un farraginoso patto faustiano. Zia May vivrà, in cambio non dell'anima di Peter (forse, col passare dei secoli, al diavolo è venuto a uggia giocare con il fato ultraterreno degli umani, e oggi si diverte di più a sfasciare le famiglie come una pettegola da due soldi), ma del matrimonio, anzi dell'amore tra Peter e Mary Jane.
Le conseguenze, pare, sono le seguenti. Peter e Mary Jane non sono mai stati sposati. Forse non si conoscono neppure. Zia May sta benissimo e non ha mai scoperto l'identità di Peter. Peter non è rimasto coinvolto negli eventi di Civil War così come ci è stato raccontato, e di conseguenza la sua identità segreta è ancora tale. Inoltre, il personaggio ringiovanirà, tornando a lavorare come fotografo per il Daily Bugle (almeno così sembra) e ricominciando a vivere le sottotrame quotidiane di un tempo.
Questo, in linee generali, il menu che ha suscitato l'indignazione dei lettori statunitensi. Da qui, le ingiurie contro Quesada e il ribollire degli animi nerd più affezionati al tessiragnatele.
Il mio parere?
Trovo che tutto questo can can sia decisamento esagerato. Chissà, forse anche montato a bella posta per motivi di carattere commerciale. Non ho letto “One More Day” in lingua originale e non posso esprimere una critica attendibile. Date le premesse, è più che probabile che la qualità della miniserie sia davvero discutibile. Ma c'è da ricordare che la maggior parte delle storie ragnesche degli ultimi anni hanno seguito una china infausta. L'uso del personaggio all'interno di un cosmo pletorico e confuso, goffi tentativi di modificare in modo “sconvolgente” elementi che lo avevano caratterizzato per lungo tempo e altri passi falsi, hanno progressivamente (è la mia opinione) reso il fumetto dell'Uomo Ragno una sorta di abito vecchio che si indossa ancora per affetto nonostante tempo e intemperie lo abbiano visibilmente logorato. Né è detto che il giro in lavatrice orchestrato da Joe Quesada sia sufficiente per riportarlo agli antichi splendori.
Non riesco comunque a condannare gli intenti di base. L'idea, cioè, di cancellare dalla storia sviluppi ormai ingestibili e di ripartire quasi da zero, reintroducendo gli spunti classici che gli anni avevano annacquato. Non mi entusiasma, ma neppure mi sento di condividere la collera dei lettori americani.
L'intervento di Mefisto? Dalle mie parti (in Sicilia) si usa la parola “tascio” per indicare qualcosa di cattivo gusto, sciocco e dozzinale. Ma riflettendoci, non era facile trovare una medicina diversa per il male che si intendeva curare. Il concetto di riscrittura degli eventi può essere affidato solo ad agenti di tipo soprannaturale, e in fin dei conti la Marvel non è nuova a questo genere di exploit.
La domanda che mi pongo, in definitiva, è questa. C'è poi tanta differenza (come espediente) tra quanto succede oggi al solo (per ora!) Uomo Ragno in “One More Day” e quanto successo tempo fa all'intero cosmo DC, quando l'evento “Crisi nei Mondi Infiniti” ridisegnò passato e caratteristiche di tutti gli eroi della distinta concorrenza?
Pur tenendo conto che “Crisis”, intesa come miniserie, ha i suoi estimatori, e che là si mirava a ridefinire un intero pantheon di personaggi, in cosa differisce, dopotutto, la svolta voluta da Quesada? A noi lettore preme davvero la qualità delle storie? Desideriamo un cambio di rotta di una serie nonostante tutto amatissima? O ci limitiamo ad arricciare il naso davanti alla scelta di fermarsi davanti al baratro narrativo e ripartire da un capitolo precedente?
E' un'operazione che è già stata eseguita altrove. Forse meglio, non so. Ma lo spirito del progetto mi sembra tutto sommato identico. Il nodo gordiano, che nessuna riusciva a sciogliere, fu tagliato dalla spada di Alessandro Magno. Una soluzione drastica e forse poco elegante. Ma inevitabile quando ci si vuole liberare di un nodo inespugnabile. Non mi preme certo parlare in difesa di una miniserie che non ho neppure letto. Penso soltanto che l'Uomo Ragno aveva preso una piega noiosa e terribilmente omologata. Lui, il più riuscito tra i supereroi con super-problemi. Confido solo che la scelta chirurgica di Quesada, per quanto sospetta nella forma, possa ripresentare a noi, invecchiati lettori degli anni settanta, un Peter Parker credibile, un Uomo Ragno solitario e amletico, una serie di sottotrame intriganti. Di quanto è avvenuto prima, negli ultimi controversi anni, me ne fregherò volentieri, se i futuri sceneggiatori inizieranno a scrivere in modo più responsabile.
E' solo una speranza. Da parte di chi non ha mai visto di buon occhio smascheramenti, atti di registrazione e incroci narrativi sempre più incoerenti.
Il dubbio più grosso, semmai, consiste nel come potranno essere rettificati i tanti snodi narrativi che hanno coinvolto nelle vicende del ragno dozzine di altri personaggi della presunta “Casa delle Idee”.
E qui, più che altrove, la Marvel sarà chiamata a tener fede al suo appellativo storico e a tirare fuori qualche idea decente.
Buona fortuna. Soprattutto a noi lettori.
(Informazioni più dettagliate e curiosità sulla miniserie "One more Day" possono essere lette su ComicUS cliccando su questo link).
5 commenti:
Non c'entra nulla, ma un commento a un tuo post del 2006, dubito lo avresti letto: ho visto il tuo post di critica verso Mark Millar e... lo quoto dall'inizio alla fine, per quanto Ultimates non mi sia in realtà dispiaciuto. Complimenti e standing ovations assortite!
Su One More Day, invece sono molto perplesso anche io. L'espediente è veramente troppo goffo per non avere il sapore di una pisciata sul muro... poi, quando leggerò magari mi ricrederò...
Invece avevo letto anche il tuo precedente commento (li ricevo tutti nella mia casella mail non appena sono inseriti). Benvenuto tra i dissidenti, allora. Anch'io pensavo di essere, se non il solo a pensare certe cose, abbastanza isolato riguardo l'andazzo del fumetto statunitense. I primi episodi di "Ultimates" erano abbastanza intriganti. Il punto è che la serie a me ha sempre dato l'idea di una "parodia" più che di una serie rinnovata sui Vendicatori. Infatti, gran parte del suo interesse iniziale consisteva nel confronto "scandaloso" tra la lettura "millariana" dei personaggi e le loro controparti originali. Gioco che non poteva prescindere dalla conoscenza delle vecchie caratterizzazioni, e non è la migliore delle base per creare una serie matura e longeva. Andando avanti, ha cominciato a collezionare provocazioni e volgarità prive di una ragion d'essere che non fosse quella di svuotare le tasche dei lettori adolescenti. Per "One More Day" il discorso è un altro. La Marvel sta affogando nello stesso caos nel quale ha sguazzato per decenni. Ora, per fare piazza pulita del ciarpame, non può che ricorrere a espedienti drastici quanto puerili. Possiamo solo sperare negli autori a venire.
Come sempre ti dò ragione.. Sembrerò magari ruffiano, ma la tua disamina sull'U.R. non fa una grinza.. Sono un vecchissimo lettore e compro solo perchè sono affezionato, ma non trovo più qualità!
Il fatto è che la Marvrel ha sempre fatto del cambiamento catastrofico una costante continua, ripetitiva, assurda, sprecando i colpi di scena fino a renderli l'ordine del giorno. Persoanggi della DC come Batman hanno subito "pochissimi" cambiamenti nella loro storia proprio perché gli autori hanno saputo dosare con sapienza i mutamenti continui, senza estenuare il lettore con mutazioni sempre più gratuite.
Cmq bel blog penso che verrò a visitarti spesso, anche a me piace sceneggiare fumetti e frequento l'accademia di belle arti. Sto portando la tesi sul Caduceo, simbolo che apprezzo in quanto correlato al Re profeta Hermes Trismegistos.
Ci si vede!
Sì, la Marvel, già da un po' di tempo, ha una caduta di gusto vertiginosa. Grazie per il commento, e benvenuto.
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