La risposta è evidente quanto disarmante. Tutti questi film, che per una ragione o per l'altra hanno lasciato un'impronta più o meno rilevante nell'immaginario cinematografico, sono attualmente oggetto di remake da parte di un'industria hollywooddiana che ormai sforna titoli con la stessa logica con cui si arrostiscono gli hamburger.
Niente di nuovo, lo so. Ma per un cinefilo, lo shock è devastante quando viene annunciata l'ennesima, sacrilega riproduzione. La prossima vittima illustre a subire il lifting della decadente industria statunitense sarà nientemeno che "Il Pianeta Proibito" (Forbidden Planet), classico del 1956 diretto da Fred McLeod Wilcox.
Rivedremo quindi Robbie Robot (si suppone con un look aggiornato e cool secondo le nuove tendenze) e scopriremo come la sensibilità dello show business di oggidì deciderà di riadattare il sottotesto shakespereano del racconto, ispirato - ricordiamo - a "La Tempesta".
Notiziona per i nerd. Lo script del nuovo "Forbidden Planet" sarà firmato da J. Michael Straczynski, autore della serie televisiva "Babylon 5" e oggi noto anche nel mondo del fumetto per una lunga (e discussa) gestione dell'Uomo Ragno. Produttore del film sarà Joel Silver, che ricordiamo come artefice della trilogia di "Matrix".
Che dire...?
All'inizio della "Bohème" di Giacomo Puccini, il personaggio del filosofo Collin entra in scena cantando: «Già dell'Apocalisse appariscono i segni...». Mi scopro a pensare la stessa cosa ogni volta che Hollywood annuncia un nuovo remake. Qui non si tratta solo di carenza di idee, ma soprattutto di smisurata, vergognosa ignavia e deriva culturale. Lo interpreto come un sintomo di torpore intellettuale e di un progressivo adagiarsi sulla fatica di chi ci ha preceduto. Hollywood sta bruciando, consumata dalla sua stessa smania di incassi facili. Ma è un fuoco che dilaga e che lambisce pericolosamente i confini della cultura e della comunicazione, e non solo negli Stati Uniti.
Tra quanto, ci chiedevamo alcuni giorni fa, tra amici, ci vedremo proporre una versione aggiornata anche dei grandi classici della letteratura? Quanto ci vorrà a qualche editore rampante per svegliarsi una mattina e decidere che se i ragazzi italiani non sono attratti dalla lettura dei "Promessi Sposi", forse è giunto il momento di svecchiare il romanzo di Manzoni e di affidarne una riscrittura "giaaaavaaane" a Federico Moccia?
Siamo sicuri che questo sia solo un assurdo scherzo?
Può darsi che a un cinefilo come me, l'annunciato rifacimento di "Forbidden Planet" faccia un'impressione eccessiva. Intanto, la lista dei titoli in (ri)produzione si allunga ogni giorno in modo preoccupante. Basta digitare la parola remake su Google, e scoprirete che sono in lavorazione anche i cloni di "Higlander", "Capricorne One", "L'ultima casa a sinistra", e chi più ne ha più ne metta. Più che triste o sciocco, il fenomeno si fa inquietante.
2 commenti:
Mi trovo del tutto daccordo con te. Ormai l'industria cinematografica statunitense, è un dinosauro che rischia di collassare sotto il proprio peso, affardellata dall'incubo di non riuscire, ad ogni nuovo film, a ricavarne abbastanza... quindi, La Fiera del Remake! E se, per alcuni film, seppur nel loro genere, o nella loro nicchia dei precursori come Halloween o Venerdì 13, e suvvia, anche Nightmare, posso anche pensare che alla fin fine non aggiungono ma probabilmente non tolgono nulla all'originale per altri, e devo dire cominciano a diventare davvero tanti, mi chiedo che bisogno ci possa essere al di là della più bieca esigenza del "fare denaro a tutti i costi", di farne dei remake. A cominciare da "il pianeta delle scimmie" "io sono leggenda" (che bisogno c'era di farne un terzo, assolutamente inutile, remake?) e continuare con la fin troppo celebrata e assolutamente sopravvalutata versione spilberghiana de "la Guerra dei Mondi" Quel film poteva essere intitolato in un altro qualsiasi modo, ma non è La guerra dei mondi, che era e rimane assolutamente PERFETTO! nella sua versione del 1953.
Comincio veramente a pensare che Hollywood stia bruciando e forse sarebbe il caso di bruciarla sul serio, giusto per vedere se dalle sue ceneri possa venirne fuori qualcosa di migliore... ma tant'è... sono ormai rassegnato a leggere la notizia del prossimo remake di "2001 Odissea nello spazio". Vogliamo scommetere?
Scommettiamo pure. Presto o tardi ci si arriverà senz'altro. Esistono film per cui progettare un remake è operazione particolarmente infelice. Vedi "Gli Uccelli" e in passato "Psycho". Pellicole che vivono soprattutto grazie al tocco caratteristico e visibilissimo del loro autore: Alfred Hitchcock, una grande, immensa personalità del cinema che fu. Certi remake sono falliti in partenza giacché orfani del loro regista, geniale interprete dell'argomento trattato. Con Stanley Kubrik e "2001" il discorso sarebbe identico. Finora, forse, si è salvato da insulse riproduzioni per la sacralità cinefila di cui il film è avvolto.
Ma se Hitchcock cade sotto la mannaia dell'avidità hollywooddiana, quanto tempo passerà prima che altri grandi del cinema lo seguano?
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