Dopo una lunga, ma giustificata assenza, eccomi tornare sul blog con una notizia definitiva. "Chiron 2: La Sindrome di Pandora" è finalmente terminato. La revisione dei testi (operazione che ha un inizio, ma non sempre una vera fine) ha preso più tempo del previsto. Alcuni dei nuovi personaggi hanno fatto letteralmente pressione sull'autore pretendendo che venisse loro modificato il nome. I dialoghi hanno mutato registro più volte, e i neuroni del sottoscritto hanno dichiarato lo sciopero a oltranza. Ora, per fortuna, la fase più laboriosa si è conclusa. Francesco Gambino ha colorato un'altra copertina psichedelica, e la palla passa adesso al buon Maurizio Clausi che si occuperà anche stavolta di impaginare il tutto. Fatto questo, parleranno i preventivi di spesa, i tempi tipografici, il portafogli e così via.
Ricordiamo per chi si sintonizza solo adesso, che "Chiron" è un fumetto di supereroi descritti secondo una chiave underground, che spigola tra i mille archetipi del genere e li integra in un universo grottesco e fitto di misteri che segue un modello seriale televisivo. L'illustrazione di copertina, anche per questo secondo numero, si rifà allo stile surreale usato da Luigi Corteggi su certe cover dei vecchi albi dell'Editoriale Corno (a loro volta in parte debitori alle copertine di Karel Thole). Stavolta l'argomento sono i chakra, intrecciati con il mito di Pandora (che dà titolo all'episodio). I colori di Francesco Gambino, luminosi e ipnotici, rispettano fedelmente l'iconografia dei "sensi spirituali" della filosofia indiana, che qui vediamo sfuggire dal cranio scoperchiato di un umanoide.
Il numero uno di "Chiron", intitolato "Mali estremi", presentava un ospedale interamente volto alla cura dei superumani e delle patologie collegate alle azioni dei vigilanti. Una sorta di E.R. (ma qualcuno - e forse a ragione - ha notato maggiori similitudini con "The Kingdom") che incontra i supereroi. L'idea di partenza ha riscosso una discreta simpatia, così come alcuni dei protagonisti possono già contare alcuni fans personali. Ma il vero giro di boa avverrà adesso. Non appena il secondo numero andrà in stampa. Un fumetto autoprodotto, soprattutto se si propone come un titolo seriale, deve assicurare una continuità nel tempo per sperare di essere preso sul serio. Che dire, quindi? Che sono stanco morto, ma pieno di voglia di iniziare a lavorare al terzo capitolo. Garantisco a quanti mi seguono che se ne preparano delle belle.
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