lunedì, giugno 01, 2009

Chiron: enter... Davide Enia






Non è certo una rarità incontrare volti noti tra le pagine di un fumetto. Soprattutto di attori cinematografici e televisivi, chiamati a prestare le loro fattezze a un personaggio di solito centrale. La tradizione è prevalentemente italiana. Il fumetto nostrano è da sempre ricchissimo di eroi di carta con le sembianze di stelle dello spettacolo. Basti pensare a Diabolik e all’attore Robert Taylor. O a Peter O’Toole, che ispirò i lineamenti di Alan Ford. Le serie dell’editore Sergio Bonelli, da molti anni, ha fatto di questo cliché un marchio di fabbrica, presentando (dopo Dylan Dog, che deve i suoi lineamenti a Rupert Everett) una nuova generazione di eroi modellati sui volti di Ralph Finnies, Daniel Day-Lewis, Jeremy Irons. Ma anche altrove fumetto e spettacolo vanno da tempo a braccetto. La disegnatrice Michela Da Sacco utilizza questo vezzo come un simpatico gioco con i propri lettori, inserendo nei suoi fumetti sia comparse che protagonisti dalle facce non proprio anonime.



Chiron”, di Filippo Messina, è un fumetto di confine. Parla di supereroi, ma questi si muovono per lo più ai margini del racconto. Narra di complotti, scienza e soprannaturale, è vero. Ma facendone risaltare l’aspetto grottesco a fianco di quello avventuroso. E da fumetto sperimentale, se gioca con i cliché del genere è per stravolgerli in modo provocatorio. L’autore aveva già chiamato alcuni autori del fumetto siciliano a sfilare lungo la passerella del primo episodio, e in una singola tavola avevamo intravisto di sfuggita una sagoma trasandata che oggi, nel secondo numero della serie, conquista decisamente la ribalta. Ancora una volta, dunque, un attore di popolarità emergente regala la faccia all’immagine disegnata. Ma non parliamo di cinema, stavolta, o di serial TV. Ma di teatro. Quello di narrazione, lo spettacolo del One Man Show. In particolare del teatro in lingua siciliana, nutrito dalla tradizione del “cuntastorie” e dai suoni storici dell’Isola. Così Davide Enia, attore-autore palermitano, impostosi sui palcoscenici di tutta Italia con titoli come “Maggio ‘43”, “Italia-Brasile 3 a 2” e più di recente con “I capitoli dell’infanzia”, entra ufficialmente nell’ospedale dedicato alla cura dei supereroi. E non può che farsi subito notare. 


Davide Enia, con la sua silhouette dalla statura modesta, l’eterno ghigno da Joker sotto cocaina e il ciuffo di capelli castani alla Tin Tin, eternamente eretto senza l’ausilio di gel alcuno, sembrava essere nato apposta per trasformarsi in fumetto. E in un fumetto anticonvenzionale come “Chiron”, la sua sagoma caratteristica trova la sua naturale collocazione. Inoltre, alcuni vezzi linguistici dell’attore e dell’uomo Davide Enia seguiranno l’evoluzione del personaggio che interpreta sulle pagine di “Chiron”: Amedeo Polandrini, il misterioso e imbarazzante erede della Fondazione che sovvenziona l’ospedale per superumani, e che nell’ombra ne tiene le fila. Un personaggio ancora una volta in bilico tra ironia e mistero, con un passato sconosciuto e un futuro tutto da scoprire. La ciocca verticale di Davide Enia fende le pagine di “Chiron” come la pinna di uno squalo la superficie dell’acqua. Quasi sia venuto al mondo per bucare la pagina letterata come la quarta parete teatrale.


I lettori di “Chiron” vedranno pertanto il popolare attore palermitano flirtare con le dottoresse e un avvocato che ha le sembianze di Cameron Diaz. Incontrarsi con Leo Ortolani, celebre autore di Rat-Man, qui nel ruolo del medico d’assalto, opportunamente ribattezzato Teo Vegani. Ma soprattutto Polandrini-Enia introduce una sottotrama fondamentale. Quella che porterà il lettore a conoscere poco per volta la vera origine del Chiron Center, e di ciascuno dei misteriosi medici reclutati negli anni dalla fondazione. Il cast di “Chiron” si propone di mettere in scena uomini e donne dall’aspetto vario, distaccandosi dalla regola che vorrebbe tutti i personaggi principali simili a fotomodelli. Amedeo Polandrini, con il suo look casual e la chioma arruffata di Davide Enia, fedelmente ispirati alle epifanie teatrali e urbane dell’attore siciliano, presenta un’ulteriore variante nel mito dell’anti-eroe. Un viveur tascabile, facoltoso e dai modi irritanti, ma custode di un segreto cruciale. Il bene e il male, anche e soprattutto nel racconto di genere supereroistico ormai non esistono più. Esistono intermedi arazzi di grigio, dove la morale si fa indistinta, dove il potere tenta e i ruoli di eroe e criminale possono essere scambiati. Come recita il famoso aforisma di Friedrich Nietzsche: «Quando guardi a lungo nell'abisso l'abisso ti guarda dentro.». Adagio citato dal grande Alan Moore in uno dei primi capitoli di “Watchmen” e successivamente in molti racconti fantastici, ma curiosamente ripreso proprio dal Davide Enia autore nel suo recente “I capitoli dell’infanzia”, e legato alla fiaba popolare irpina dell’Aucello Grifone. Davide Enia ha guardato in quell’abisso. E l’abisso lo ha agguantato, e risucchiato nell’ambigua metropoli di Pazzorre, tra mutanti, mostri e mad doctors. La superhero-medical drama, come qualcuno ha definito “Chiron”, ha adesso il suo personale "padrino". Ma chi è veramente? Per conoscerlo meglio, scoprire i suoi giochi, e vedere ancora Davide Enia alle prese con supereroi in crisi ed eccentrici scienziati, dovremo attendere i successivi episodi di “Chiron”.


Chiron può essere richiesto a Delos Store, o essere acquistato presso la fumetteria AltroQuando in via Vittorio Emanuele 143 a Palermo.


1 commento:

Anonimo ha detto...

ma è DAVIDU'''?!?!?
beeeello!
ciao,
teresa