lunedì, giugno 22, 2009

The Exterminators

Fa schifissimo.

Ma veramente.

Nello stesso tempo è uno dei fumetti più divertenti usciti in Italia negli ultimi anni. Un guizzo vitale che l'etichetta Vertigo (divisione per lettori maturi della Dc Comics) sembrava destinata a non avere più. Superati i fasti di Sandman e Preacher, e con Hellblazer da tempo arenato nei territori del già visto, l'ultimo prodotto di reale interesse sembrava destinato a restare Y, l'ultimo uomo, tra l’altro appena giunto alla sua conclusione. Il bel giocattolo, sorto dal lavoro di autori come Neil Gaiman, Alan Moore e Jamie Delano, negli anni aveva perso smalto. S'era inceppato in un loop commerciale ormai sempre uguale. Macchinose e sopravvalutate serie noir, ambientazioni fantasy parenti alla lontana delle saghe oniriche di Gaiman e poco altro. Sembrava che la Vertigo fosse decisamente vicina a portare in tavola la frutta.

Bene. Fingiamo per un momento che sia andata proprio così. Pensate a un bel vassoio pieno di mele, agrumi, uva e frutti esotici profumati. C'è di che avvicinarsi con l'acquolina in bocca. Poi immaginate che da quel ben di Dio fuoriesca d'un tratto un esercito di blatte grasse e in assetto da guerra. Questo è uno degli shock che potrebbero attendervi leggendo il primo volume di The Exterminators, scritto da Simon Oliver e illustrato da Tony Moore, noto — quest'ultimo — sopratutto per la serie zombesca Walking Dead. Insieme con gli orribili scarafaggi, incontrerete ratti imbizzarriti, situazioni di degrado e lordura insostenibile, individui ripugnanti, e... sì, anche qualche litro di sangue.

Nonostante il disturbo che alcune tematiche e determinate immagini possono recare, The Exterminators (pubblicato in Italia dalla Planeta DeAgostini) è davvero interessante. Una serie che mixa in modo ingegnoso il grottesco con il mistery, il racconto di suspance, l’esoterismo e la commedia.


Henry è in libertà vigilata, e il suo passato è avvolto nella nebbia. L'attuale compagno della madre gli trova un impiego come disinfestatore presso l'agenzia di cui è titolare. Il lavoro è duro, tra blatte e sorci, e i colleghi con cui Henry si trova a svolgere il suo addestramento sembrano avere tutti delle turbe psichiche. Tutti sembrano nascondere un segreto. La mente pensante della squadra, il cambogiano Saloth, effettuando degli esperimenti personali scopre che gli scarafaggi di Los Angeles hanno preso a evolversi in qualcosa di diverso. Di più intelligente. Più resistente. E bellicoso. Inoltre, l'insetticida sperimentale, fornito all'agenzia da una misteriosa ditta, sembra non aver più effetto sulle blatte, ma al contrario le rinforza accelerando l'imprevedibile mutazione. Come se non bastasse, alcuni dipendenti del servizio di disinfestazione hanno scoperto che lo strano prodotto ha un'effetto stupefacente, e ne fanno regolare uso, iniettandoselo in vena con conseguenze devastanti. E quando qualcuno di defunto torna addirittura in vita... Beh! Le ragioni per preoccuparsi superano decisamente il livello di guardia.

E' solo il punto di partenza per un racconto che alterna ironia a snodi narrativi avventurosi e squisitamente horror. Sottotrame intriganti e lenti indizi su ciò che dovrà avvenire.

Simon Oliver è l'ennesimo autore nato nel Regno Unito che ci dimostra il talento vispo degli autori europei reclutati dall'industria statunitense. Il suo curriculum è ancora breve, ma proprio il successo di The Exterminators sta regalando una vigorosa accelerata alla sua carriera di sceneggiatore. A una lettura superficiale, la sua prosa potrebbe ricordarci Garth Ennis, ma senza gli eccessi ormai stucchevoli che negli ultimi anni sono diventati lo standard dello scrittore irlandese. Oliver ci parla di putridumi, di degrado disperato e di creature infestanti dalle quali non vorremmo mai essere sfiorati. Ma riesce a farlo con un tono ironico ed entusiasmante nello stesso tempo. L'emozione e l'attesa per quanto dovrà ancora succedere cresce pagina dopo pagina, suscitando l’impazienza di leggere il volume successivo.




E' anche riconoscibile il registro televisivo del racconto (ormai lo troviamo in molte nuove serie). La narrazione per segmenti che introduce un personaggio dopo l'altro, descrivendolo in base a tasselli che si andranno serrando di capitolo in capitolo. Sembra che all'inizio Oliver avesse ideato The Exterminators proprio come spunto per una serie televisiva. Progetto che non vide la luce probabilmente per ragioni di budget. Dopo il successo in patria della serie a fumetti, la Showtime, casa di produzione nota per il telefilm Dexter, ha messo in cantiere la versione televisiva delle avventure di Henry e colleghi.

Non ci resta che preparare gli antiemetici e continuare a seguire le avventure a fumetti di questi folli disinfestatori, pronti a invadere i nostri incubi al pari di sorci e scarafaggi.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.

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