Magari lo pensasse anche Rocco Bonetti, il giovane e paffuto protagonista di Cuori Grassi, lo straordinario fumetto (comico con retrogusto acido) di Mauro Talarico, sicuramente uno dei titoli italiani più originali e fuori dal coro delle ultime due decadi. Pubblicato dal 1992 sul mensile Lupo Alberto della McK, il pingue Rocco sta vivendo una nuova primavera grazie alla 001 Edizioni e alla trilogia di volumi intitolata Cuori Grassi – L'integrale, giunta finora al secondo tomo, che permette ai ritardatari di recuperare tutto il divertimento di un'opera decisamente controcorrente. Ci voleva una discreta dose di intelligenza, oltre che di coraggio, per mettere in scena l'eterna guerra di un obeso con il cibo senza scadere nel più ottuso dileggio o nel più irritante dei moralismi. Mauro Talarico è riuscito, invece, a parlare in modo affettuoso di diete intollerabili, di personalità complessate e dei mille crucci, piccoli e grandi, che spesso assillano le persone sovrappeso. E se l'ironia pungente è a tratti corretta da una goccia di malinconia, l'affresco complessivo è allegro e ottimista. Ai ciccioni, insomma, si può voler bene. Molto più che agli snelli e palestrati compagni di scuola di Rocco, tutti svenevoli manichini dall’encefalogramma piatto.
Rocco vive con i genitori, va a scuola, e porta avanti una surreale storia d’amore con la sua bilancia, che chiama Marilyn. Bilancia che altro non è se non la voce della sua coscienza. Un grillo parlante tecnologico che a volte si trasforma in una sexy-donna dalla forza erculea, in grado di portare in collo il monumentale amichetto. Il padre Mario, principale responsabile dei geni che hanno fatto del figlio un obeso sin dagli anni più verdi, è in grado di comprenderlo fino a un certo punto. L'età matura e una paciosità di fondo non gli fanno vivere la propria forma fisica con lo stesso tormento da adolescente che invece strazia Rocco, e le crisi frequenti del figlio gli appaiono spesso come delle vere e proprie esplosioni di follia. Intorno a Rocco e al padre danza una piccola folla di personaggi esilaranti, molto spesso a tesi, che svolgono un funzionale ruolo di coro alle tribolazioni epiche dell'eroico ciccione alla ricerca del suo ruolo nel mondo. La madre di Rocco, longilinea e ancora piacente compagna di Mario, suggerisce in modo candido che l'amore non è negato a nessuno al di là dei cliché estetici. Lo stolido e reazionario nonno, classico portatore dell'idea di “una nuova guerra” come paradigma educativo per le nuove generazioni comodiste. Il possente pizzaiolo Gino, eterna tentazione alimentare e voce dell'orgoglio ciccione.
Tutti questi ingredienti fanno di Cuori Grassi una lettura spumeggiante che riesce a integrare due modelli narrativi piuttosto diversi tra loro. Da una parte abbiamo il semplice concept comico della costante e inutile lotta ai chili di troppo, elemento che può ricordare la reiterazione frustrante del Coyote della Warner Bros nella sua eterna e fallimentare caccia allo struzzo. Dall'altra, abbiamo una visione da buffo incubo metropolitano, con un sapore agrodolce che ci rammenta alcune pagine di Italo Calvino e del suo celebre Marcovaldo. A una lettura superficiale, Cuori Grassi potrebbe essere scambiato per un mero sfottò nei confronti della gente con problemi di peso, ma la realtà è ben diversa. Il fumetto di Talarico esprime solidarietà e tenerezza senza indugiare nel patetismo, ma ricorrendo abbondantemente alla spezia dell'ironia. Il mondo snello e salutista che circonda Rocco (e a volte lo assedia) è marcio, insensibile, truffaldino e sovente crudele. In fondo, quel che manca a Rocco è solo un po' di fiducia in se stesso. Chi vorrebbe davvero assomigliare a un culturista incapace di svolgere i propri esercizi se non davanti a uno specchio che titilla il suo già smisurato ego? L'idea stessa della forma fisica perfetta è presentata come un'utopia discutibile. Chi è bello, spesso è anche stupido. Chi teorizza in modo fanatico la necessità assoluta della magrezza, è in realtà un frustrato che non ha saputo assaporare la vita e riempirsene il cuore. Sì, fino a renderlo grasso. Gonfio e
palpitante di gioia di vivere. Il ciccione potrà non essere agile, ed essere bersaglio di facili scherzi. Ma è capace di interrogarsi, di soffrire, e quindi di essere a buon titolo chiamato uomo.
Le paradossali avventure di Rocco Bonetti esasperano l'odissea dell'obeso nella moderna società schiava dell'immagine per lasciare emergere quanto questa stia perdendo in fretta il suo elemento più prezioso: l’umanità. Mauro Talarico è a suo modo un genio, e in quanto tale non ha ancora ricevuto dal panorama fumettistico italiano la debita visibilità. Non nella misura che avrebbe meritato. Questa nuova edizione integrale e cronologica di Cuori Grassi è il primo passo per dare finalmente a Cesare quel che è di Cesare, e riconoscere a un autore nostrano la statura che gli spetta per sagacia e originalità. Cuori Grassi, nella sua leggerezza, è un opera profonda, in grado di mescolare umorismo e riflessioni esistenziali con irriducibile brio. Perché gli eroi dei film di azione sono sempre degli strafighi? Si chiede a un certo punto Rocco. Per motivi di credibilità, gli viene risposto. Perché un ciccione non potrebbe correre, saltare e volteggiare nel vuoto come un agente segreto alla Tom Cruise. Eppure non esistono soltanto i racconti di azione. Anzi, dopo un po' possono anche stufare. E gli agenti segreti, quelli veri, spesso hanno un aspetto molto più ordinario di quello mostrato nei film, proprio perché nel loro mestiere torna utile passare inosservati.
Le storie e gli eroi possono essere tanti e vari quanto gli esseri umani. L'importante è non omologarsi, e un giorno, forse, anche Rocco Bonetti lo capirà.
Mauro Talarico, dal canto suo, sa già benissimo quello che fa. Lo ha sempre saputo, e con il suo fumetto continua a farci ingrassare il cuore.
Questa recensione è stata pubblicata anche su FumettidiCarta.
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