Red Sonja, la diavolessa con la spada, è giunta alla fine del suo lungo duello con lo stregone Kulan Gath. L'antico nemico è stato sconfitto pagando il prezzo più alto: la vita di Sonja. Ora la donna che in vita fu chiamata diavolessa, naviga sul fiume Stige, accompagnata dal nocchiero degli inferi che la condurrà al cospetto della Morte per ascoltare il giudizio finale. Durante il viaggio, Sonja è chiamata a confrontarsi con le scelte fatte, i propri errori, le proprie paure. E stavolta la sua abilità con la spada e il suo cuore impavido potrebbero non bastare.
Il personaggio di Red Sonja nasce nel lontano 1934 nel racconto breve The Shadow of the Vulture firmato da Robert Ervin Howard, l'autore del ben più celebre Conan, e viene sdoganata nel mondo dei fumetti dallo sceneggiatore Roy Thomas proprio sulle pagine del marvelliano Conan the barbarian, diventando a tutti gli effetti una versione femminile del popolare cimmero. In anni più recenti, la Dynamite Entertainment, attuale licenziataria dei diritti sul personaggio, ha proposto una versione aggiornata dell'eroina che ha saputo conquistare una nuova fetta di appassionati. La collana 100% Cult Comics dedicata alla rossa in bikini di cotta di maglia compie un giro di boa proprio con questo sesto volume intitolato significativamente: Morte.
La sword and sorcery, genere pulp di cui Robert Ervin Howard fu negli anni trenta del secolo scorso il principale alfiere, è un genere avventuroso dalle regole abbastanza semplici, e forse proprio per questo longevo e da sempre saccheggiato dai fumetti. Abbiamo un'epoca barbarica collocata al di fuori della storia conosciuta, un mondo dove divinità capricciose, demoni, stregoneria e mostri sono realtà quotidiane, e dove per farsi strada conta soprattutto la forza, uno spirito indomabile e l'abilità con la spada. Si tratta di racconti d'azione spesso pervasi da atmosfere sinistre e popolate da creature orripilanti, dove solo l'eroismo di singoli guerrieri forniti di arma bianca può avere ragione di minacce che non appartengono a questo mondo. Red Sonja, al pari di Conan il barbaro, è un'eroina riluttante, che nasce come ladra e selvaggia mercenaria, per poi trovarsi fortuitamente a lottare contro le tenebre che avvolgono il mondo. Resa fortissima e abile con la spada dal voto espresso a una misteriosa dea, dopo che la sua famiglia è stata assassinata e la sua virtù oltraggiata, Sonja potrà appartenere soltanto all'uomo che la sconfiggerà in duello, ma nello stesso momento perderà le doti che la rendono una combattente formidabile. Dopo tante battaglie, però, questa romantica eventualità non si è verificata. Sonja si è invece sacrificata per poter distruggere Kulan Gath. Ha vinto ancora una volta, ed è morta.
Curiosamente, il ciclo Morte (che raccoglie gli albi dal 30 al 34 della serie Red Sonja, she-devil with a sword) presenta qualcosa di atipico rispetto al tradizionale impianto narrativo riconducibile alla sword and sorcery. Certo, non mancano gli scontri sanguinosi (ormai sconfinati nello splatter vero e proprio), il clangore delle lame che cozzano, la magia, l'oscurità e le creature mostruose. Tuttavia, il piglio maggiormente introspettivo fornisce qualche motivo di interesse in più a questo capitolo (apparentemente) finale della saga di Red Sonja. Il piccolo Decamerone di racconti, sviluppati tra ricordi reali ed esperienze potenziali, realizzato da un affiatato gruppo di autori (tra cui Ron Marz, Christos Gage, Brian Reed e Pablo Marcos ), riesce a presentare una Sonja finalmente più umana, meno affidata alle proprie abilità di spadaccina, e proprio per questo più eroica e universalmente allegorica. Una visione metafisica in cui Caronte svolge il ruolo di narratore, spirito guida di un evento finale (la morte, appunto) visto come momento di riflessione e inventario delle esperienze passate. Un cammino onirico alla fine del quale il personaggio di Sonja uscirà ulteriormente temprato e pronto a esordire (e combattere ancora) in una nuova serie di avventure.
Red Sonja, nella sua attuale versione della Dynamite, sta riscuotendo successi non indifferenti, contribuendo a
una nuova primavera per la sword and sorcery di norma affidata alle spade di personaggi maschili, cioè Conan e King Kull. Con le serie più recenti, Sonja si è scrollata pian piano di dosso il ruolo di Calamity Jane dell'era Hyboriana, e proprio con la saga Morte raggiunge la definitiva maturità affrancandosi dal suo antico status di spin off.
Paradossalmente, la morte sembra giovare alla guerriera creata da Howard e riplasmata da Thomas per la Marvel Comics. Un'esperienza che probabilmente le fornirà nuova vita e nuove motivazioni, spingendola verso strade imprevedibili e sempre più oscure. Strade dove, certamente, la magia e la spada la faranno sempre da padrone, ma dalle quali un barbaro di nome Conan saprà di doversi tenere lontano. Questi sono i sentieri di Red Sonja all'inizio del nuovo millennio, e morta o viva, sarà sempre la diavolessa con la spada.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.
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