Un esperimento finito male innesca una misteriosa reazione a catena su tutto il pianeta. Ogni singolo frammento di kryptonite, il minerale alieno che Superman teme più di ogni altra cosa, è trasformato all'istante in un inerte metallo. Il tallone d'Achille dell'Uomo d'Acciaio dovrebbe essere, ora, solo un ricordo e il suo potere non conoscere più limiti. Ma tra i fumi dell'incidente è sorto qualcosa di sinistro che potrebbe rivelarsi una nuova e peggiore nemesi per il primo dei supereroi...
Nel rileggere oggi la saga Superman: Mai più Kryptonite, è naturale porsi una domanda.
C'è ancora posto nel nuovo millenio per le storie della silver age? O meglio: il lettore odierno riuscirà a tributare interesse a un fumetto che - pur con i suoi evidenti pregi - mostra tutti i segni del tempo trascorso? Mai più Kryptonite, saga ideata dallo sceneggiatore Dennis O'Neil, vide la luce nel 1971, anno in cui era l'editrice Williams a pubblicare le storie dell'Uomo d'Acciaio in Italia, e che propose la saga in tempi abbastanza ravvicinati all'edizione originale. Chi era bambino e amava gli eroi DC già allora, ricorda la copertina di un episodio centrale, la stessa scelta per questa edizione in volume edita dalla Planeta DeAgostini. Un Superman carponi nella neve, implorante ai piedi di un suo enigmatico doppio simile a un golem di sabbia. Importa poco che la cover fosse fuorviante e che nelle pagine interne, dove la scena in questione si svolgeva per intero, l'eroe conservasse molta più dignità. L'illustrazione di copertina, firmata dal celebre Carmine Infantino, aveva una valenza simbolica. Superman poteva essere sconfitto. Anche senza kryptonite. La lunga fase che aveva consegnato all'immaginario collettivo l'icona del superuomo invincibile si preparava a chiudere il sipario definitivamente. E il primo passo per questo sviluppo sarebbe stato un apparente, effimero trionfo: l'eliminazione totale della nefanda kryptonite.
La genesi di Mai più Kryptonite era legata a esigenze editoriali simili a quelle che, in quegli stessi anni, restituirono il personaggio di Batman alle atmosfere tenebrose pensate originariamente dal suo autore Bob Kane. Un espediente imparentato per certi versi con la saga evento dei successivi anni 80: Crisis on Infinite Earths, pianificata per giustificare narrativamente la sparizione dal cosmo DC degli ingombranti mondi paralleli. Dal canto suo, Mai più Kryptonite aveva svolto la funzione di ridefinire Superman secondo canoni per l'epoca più moderni, e privarlo di quell'onnipotenza che ormai risultava ingestibile per un linguaggio fumettistico che iniziava a farsi più sofisticato.
Possiamo ora provare a rispondere alla domanda che ci siamo posti all'inizio. E' vero: Superman: Mai più Kryptonite farà facilmente leva sulla nostalgia dei quarantenni, ma è anche un ottimo esempio per dimostrare che il germe di un approccio più maturo al fumetto supereroistico ha una genesi tutt'altro che recente, ed è maturato nel corso dei decenni con risultati che possono risultare ancora oggi gradevoli. I codici espressivi si sono evoluti poco per volta, attraversando mode e svecchiando archetipi. Sviluppando, insomma, un linguaggio proprio. Quel che c'è di affascinante per un lettore attento in Mai più Kryptonite, è la convivenza, a tratti sorprendente, di ingenuità e introspezione, banale sospensione dell'incredulità e dilemmi morali per l'epoca tutt'altro che scontati in un'opera di intrattenimento. Se il lettore del secondo millennio potrà sorridere nel vedere Superman mangiare la kryptonite, ormai innocua, per impressionare un criminale, sarà anche interessato nello scoprire i primi segni di modernità (relativa ai primi anni 70) introdotti nel mondo di Clark Kent. Il giornalismo della carta stampata lasciava il posto ai ritmi frenetici dell'informazione televisiva (con conseguenti problemi a gestire una doppia identità sotto l'occhio implacabile delle telecamere). Ma soprattutto svaniva l'insopportabile sicumera che aveva quasi sempre caratterizzato il protagonista, troppo abituato a contare su poteri illimitati e improbabili. Vediamo così un Superman provato e dalle risorse ridotte dover fare ricorso all'astuzia per nascondere la sua nuova debolezza, guardarsi dai nemici e affrontare situazioni che stavolta richiederanno più di uno sforzo. Un'avventura articolata in più capitoli che può essere letta come un cammino iniziatico per l'Uomo del Domani e il suo alter ego occhialuto. Un'ordalia che lo reinventa in una chiave meno ingenua (sebbene, nelle successive gestioni della serie precedenti a Crisis, le contraddizioni siano fioccate) e colloca l'eroe in una dimensione più umana. Il lavoro di Curt Swan, Murphy Anderson e Neil Adams, ben si almalga con la logica interna al racconto, portando in scena un Superman classico, ma tutt’altro che grezzo. Graficamente più prevedibile di quello a cui sono abituati i lettori più giovani, ma non per questo meno dinamico. Una storia che, sia pure scandita da un ritmo differente rispetto ai canoni odierni, riesce nell'intento di essere epica e resta piacevolmente nella memoria.
Altrettanto interessante è la lettura di Superman Special 1, racconto realizzato da Walt Simonson nel 1992 e qui pubblicato come complemento alla saga principale. Pensato come un remake condensato della saga che occupa la prima parte del volume, The Sand Man (questo il titolo) si presta a un'ulteriore riflessione sull'evoluzione dei supereroi e su quanto questi siano vulnerabili (più che alla kryptonite) al segno dei tempi che ne cantano le gesta. La trama (per quanto ridotta all'essenziale) di The Sand Man, ricalca i passi salienti di Mai più Kryptonite, ma ci mostra un approccio ulteriormente diverso all'eroe e al suo mondo. Il tratto caratteristico di Simonson, qui anche in veste di sceneggiatore, sfoggia un taglio ovviamente più moderno e meno realistico rispetto alla saga che si propone di omaggiare. Il ritmo della storia è serrato e le soluzioni narrative accelerate per ragioni di spazio. La riscrittura della storia datata 1971 è piacevole, ma risulta un po' soffocata dalla necessità di sintesi (un ciclo di vari capitoli riassunto in un unico episodio) mostrandoci un Superman dalla psicologia più enunciata che mostrata, e forse per questo meno simpatico. Un omaggio vivace e frizzante, ma comunque lontano dal tono epico (a dispetto dell'ingenuità) dei racconti letti in precedenza. Del resto, non è scontato che gli aggiornamenti sfornino un prodotto nettamente migliore del prototipo. Pertanto, Superman Special 1: The Sand Man resta una piccola e valida variazione sul tema, prescindibile ma curiosa.
Superman: Mai più Kryptonite è una lettura consigliabile a chi ama il genere supereroistico senza Se e senza Ma. E’ una lettura che ha il sapore di certi gelati industriali non più prodotti, ma che conservano un posto speciale nella memoria alimentare di chi ebbe l’occasione di assaggiarli. Ed è il documento affascinante di un primo esempio di revisione fumettistica, frutto di un periodo storico in cui gli eroi con poteri vivevano evoluzioni forse meno gridate, ma altrettanto appassionanti.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.
1 commento:
Io la ricordo questa saga. Una delle mie prefetite del "vecchio" uomo d'acciaio.
Mi ha fatto un grande piacere vedere che ne parli anche tu!
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