Anthony “Buck” Rogers è un pilota spaziale guascone ed esperto che ha ideato con il suo socio una rivoluzionaria forma di propulsione. La gravità usata non come forza di attrazione ma come spinta irresistibile. La navetta di Rogers dà risultati mirabolanti quanto imprevedibili, e l’esercito non può certo farsi sfuggire una tecnologia così all’avanguardia. Intanto, su Marte, una colonia scientifica terrestre è decimata da un’epidemia che rende pazzi gli esseri umani spingendoli a uccidersi a vicenda. Una capsula piena di materiale genetico terrestre è fuori controllo. L’esperimento di colonizzazione dello spazio sta sfuggendo pericolosamente di mano, e l’invenzione di Rogers potrebbe essere l’unico mezzo per rimediare prima della catastrofe. Ma non tutto andrà come previsto...
La Dynamite è un’etichetta indipendente americana che negli ultimi anni si è segnalata per l’acquisto e la riproposta di interessanti franchise a fumetti tra cui figurano molte icone classiche. Dopo Phantom, Green Hornet e Lone Ranger, ecco arrivare Buck Rogers, eroe fantascientifico nato nel 1928 nei romanzi pulp di Philip Francis Nowlan, successivamente adattato per la radio, reso celebre da un popolare fumetto di John Flint Dille e definitivamente sdoganato nell’immaginario statunitense da serial cinematografici e televisivi. Lo spunto di partenza è dei più classici. Un eroe terrestre è sradicato dal suo contesto quotidiano e trasportato in un mondo o tempo che non gli appartengono, ma dove riuscirà comunque a distinguersi per audacia e abilità. In Buck Rogers sono già presenti molti dei semi che evolveranno, sia pure con esiti differenti, nel Flash Gordon di Alex Raymond (che debuttò nel 1934). Una fantascienza calda, fumettistica, densa di personaggi pittoreschi, mostri, macchinari avveniristici e azione rocambolesca. La science fiction narrata come un romanzo di cappa e spada, che proprio con Buck Rogers diventò parte integrante della cultura pop americana, e può essere considerata cugina di quello che in seguito si sarebbe chiamato genere fantasy.
Qualcuno ha paragonato l’approccio Dynamite a Buck Rogers alla riscrittura della serie TV Battlestar Galactica, sviluppata sullo spunto dell’omonimo show degli anni ottanta. La lettura del primo volume, intitolato Shock futuro, non fa che confermare l’accostamento. Il Buck Rogers realizzato da Scott Beatty e Carlos Rafael è un riuscito aggiornamento delle avventure fantasiose e acerbe degli anni venti, che forse conserva qualche stereotipo di troppo, ma riesce a essere comunque godibile e a camminare sulle proprie gambe. Un’intrigante frammentazione dei tempi narrativi (spiazzante all’inizio) conferisce tensione a un racconto già frenetico che vive di citazioni e personaggi sopra le righe. Con Buck Rogers torna l’eroe spavaldo e rubacuori, affascinante e geniale, antipatico ed eroico. Insomma... Buck Rogers. Catapultato nel venticinquesimo secolo, dovrà fare i conti con gli sviluppi estremi di una tecnologia che ha contribuito a creare, e lo farà con ironia e irriducibile ottimismo. Un moschettiere dello spazio dalle eccezionali capacità di adattamento. Buck Rogers è questo. Un eroe capace di sopravvivere a tutto. Spericolato come Indiana Jones, attrezzato come James Bond e furbo come Zorro, Buck è la tipizzazione estrema dell’eroe pulp. Forte, brillante, intraprendente. Caratterizzazione che forse oggi può risultare indigesta a chi è cresciuto con gli eroi problematici della Marvel, ma che si rivela in realtà più credibile di quanto ci si possa aspettare all’inizio della lettura.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.
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