lunedì, marzo 28, 2011


La vita di Batman potrebbe essere a una svolta. Silver St. Cloud, la donna che ne conosce il segreto, è tornata a Gotham City. E’ bella, saggia, coraggiosa, innamorata. E adesso è anche libera. Il suo ritorno accende un’inattesa luce di speranza nel mondo cupo del Cavaliere Oscuro. Per la prima volta, Bruce Wayne inizia a considerare di allentare la stretta di Batman sulla città. La dimostrata abilità e dedizione di alleati vecchi e nuovi prospetta la possibilità di una vita meno frenetica, in cui l’ossessione può lasciare spazio anche all’amore e a momenti di insperata felicità. L’apparizione di Baphomet, un nuovo e misterioso eroe, sembra fare la differenza affinché l’Uomo Pipistrello possa rompere finalmente gli indugi e iniziare a vivere un’esistenza più umana e appagante. Ma quali saranno le conseguenze di questo imprevisto cambiamento? Che cosa ne pensa una donna chiamata Selina Kyle? E quale sarà la reazione della città di Gotham?

 

Con Batman: Spirale Crescente, il popolare regista Kevin Smith torna a occuparsi dell’Uomo Pipistrello dopo Batman: Cacofonia, che Smith stesso considera un prologo a quella che sarà la sua ultima parola sulla mitologia del Cavaliere Oscuro. Kevin Smith, autore di pellicole molto particolari come Clerks e Dogma, dimostra ancora una volta una solida conoscenza del personaggio e del suo mondo. Riporta in scena il personaggio chiave di Silver St. Cloud, creato nella seconda metà degli anni settanta dallo sceneggiatore Steve Englehart, e porta alle estreme conseguenze quei semi di cambiamento che trent’anni fa avevano in parte ridefinito il tono delle storie dedicate all’Uomo Pipistrello. Spirale Crescente è una saga dal sapore classico e dalla lettura scorrevole, capace di offrire ai tanti fans di Batman dei momenti piacevolmente trasgressivi. L’intento è quello di osservare da vicino le debolezze di Bruce Wayne, il suo lato più umano e fallace, in costante lotta con un’ossessione che lo condanna alla solitudine e che non accenna ad abbandonarlo neppure tra le braccia dell’amata. La mente di Batman, qui descritta da un gustoso monologo interiore, non era mai sembrata così vulnerabile, amletica e a tratti persino infantile.

Kevin Smith ricorre al suo collaudato linguaggio da caserma, ma con misura e discreti tempi teatrali, realizzando un dialogo sorprendente e credibile. I consueti comprimari del batverso ci sono tutti, amici e nemici, caratterizzati con pochi, efficaci tratti che ne fanno emergere il potenziale iconico. La discesa nell’intimità di Bruce Wayne avviene per gradi, aprendo una porta dopo l’altra, e lanciando nelle stanze buie uno sguardo indagatore a volte dissacrante. Da segnalare la demenziale (ma riuscita) gag che rivela un’imbarazzante debolezza del Cavaliere Oscuro nel corso di una delle sue prime sortite. Kevin Smith tende un filo tra passato e presente, usando riferimenti a vecchie storie per evocare personaggi e relazioni, ma soprattutto per riassumere uno stile e il suo progressivo mutamento nel corso del tempo. Un affettuoso omaggio alla revisione operata sul Cavaliere Oscuro proprio sul finire degli anni settanta, di cui la bella Silver è l’emblema, e che ricondusse l’eroe e le sue avventure all’originale tono dark.

Spirale Crescente è anche una storia piena di azione, di scontri spettacolarmente illustrati da Walt J. Flanagan, già con Smith in Batman: Cacofonia, ma si fonda soprattutto sull’evoluzione psicologica del suo protagonista, lungo un cammino di apparente maturazione che potrebbe, alla fine, dimostrarsi un miracolo come una trappola. Una Silver St. Cloud affascinante e sboccata, un Alfred in vena di confidenze sulla sua vita sentimentale, e ovviamente il Joker, Poison Ivy, Catwoman...
Insomma: Batman. Ma un Batman come non lo si è mai visto prima. Ironico e tragico. Riconoscibile ma sfuggente. Divertente e terrificante.
Auguriamoci di vedere presto la conclusione di questa saga (sono previsti in tutto due volumi) che Kevin Smith sta attualmente realizzando. Il colpo di scena su cui si fonda Spirale Crescente non fa prigionieri. E non ne farebbero neppure i lettori, se Smith non si affrettasse a fornire delle risposte alle tante domande che ci ha lasciato.


Questa recensione è stata pubblicata anche su FantasyMagazine.



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