mercoledì, agosto 17, 2011

Baciando il Cielo


Uomini che s’incontrano, si lasciano, si amano, si capiscono... si scontrano. Ma forse non è importante. Non quanto lo stare insieme, e condividere, anche solo per un breve periodo, qualcosa di intenso e meraviglioso...

Con Baciando il Cielo di Kotaro Takemoto, esordisce in Italia la Renbooks, marchio editoriale bolognese che si propone di presentare nel nostro paese fumetti a tematica LGBT, cioè storie di argomento omosessuale, finora frequentate in modo spurio e frammentato dall’editoria nostrana. Un esordio, potremmo aggiungere, particolarmente ispirato, felice. E che ha tutte le carte in regola per rendere altrettanto felici i lettori di qualunque orientamento sessuale, tanto intense e affascinanti sono le pagine del maestro Takemoto, in grado di far breccia nell’anima e lasciare un segno profondo.

Baciando il Cielo è una raccolta di dieci racconti brevi, dieci storie d’amore dalle sfumature diverse, spesso commoventi e fulminanti come piccole parabole morali. Storie d’amore o – se vogliamo – storie “sull’amore”, dove la particolarità omosessuale (raccontata da Takemoto con una naturalezza magistrale) diventa chiave per accostarsi alla selva intricata dei sentimenti umani, quei meccanismi sfuggenti e mutevoli che ci spingono verso gli altri, a volte inducendoci anche a fuggire, in un confronto che sia pure penoso è sempre irrinunciabile per il cuore umano.


La genialità degli editor della neonata Renbooks, i giovani Nino Giordano e Fabio Freddi, consiste nell’aver scoperto direttamente in Giappone un fiore raro che il nostro paese, con molta probabilità, avrebbe ignorato ancora a lungo. Se i meccanismi commerciali hanno fatto sì che in occidente il fumetto a tematica gay nipponico fosse identificato quasi esclusivamente con opere dal contenuto pornografico, in certi casi estremo e virato al sadomaso, il debutto di questa giovane casa editrice dimostra quanto possa, in realtà, essere florido e profondo il genere in questione se affidato a un mangaka della sensibilità di Kotaro Takemoto. Un approccio essenziale che ricorda per alcuni aspetti la novellistica minimalista del Raymond Carver dell’ultimo periodo, quello pacificato di Cattedrale. Ma anche, e più propriamente, la leggerezza di un’autrice aggraziata come Banana Yoshimoto, capace di raccontare la vita di ogni giorno con lo stupore di un bambino alla scoperta di un mondo meraviglioso.  

Baciando il Cielo, deve il suo titolo al primo racconto della raccolta, e al nome del suo protagonista, che per l’appunto si chiama Sora, cioè Cielo in lingua giapponese. Il delizioso gioco di parole fa da sigillo a uno scrigno di novelle dal sapore delicatissimo, dove il sesso è confinato per lo più fuori scena o in un paio di sequenze stilizzate. Una sinfonia di sentimenti dove ogni racconto è un tassello che sembra integrare un disegno generale abilmente orchestrato. Il grande mistero dell’amore tra uomini, dove passione e amicizia si confondono in un tutt’uno dai confini non sempre chiari, e dove emozioni come complicità e affetto giocano a rimpiattino. Un sentimento che – abbiamo detto – Takemoto porta in scena con sconfinato candore, parlandoci di un amore globale, che non sarà mai uguale a sé stesso, mai prevedibile o definito secondo regole riconoscibili, a prescindere che si parli di rapporti omosessuali o eterosessuali. Un amore totale che ha valore in sé, e dà colore all’esistenza anche se vissuto solo per un breve arco di tempo, aiutando chi lo ha provato a diventare migliore, più maturo e forse, un giorno, pronto ad amare in modo completo.

Quel che Kotaro Takemoto racconta è la poesia dei sentimenti con tutte le sue contraddizioni. Le sue domande laceranti per le quali può non esistere una vera risposta. Le sue tavole dal tratto pulitissimo rendono alla perfezione il suo elogio poetico, dedicato forse, più che all’amore di coppia, a tutti quegli istanti di tenerezza che possono legare due esseri umani, aiutandoli ad affrontare la propria quotidianità, e conducendoli, se la sorte vorrà, al vero grande amore. Gli orsetti di Takemoto, così definiti per via della loro fisicità massiccia, piuttosto distante dalle caratterizzazioni snelle e spesso androgine presenti in altri manga, contribuisce a conferire realtà ai suoi racconti, dove i sentimenti scaturiscono da corpi maschili più vicini a una tipologia quotidiana, sia pure toccati da quell’espressività tutta giapponese riconoscibile negli occhi grandi e malinconici. Un’opera a fumetti, in definitiva, che ha l’effetto di una carezza sul cuore, grazie anche a illustrazioni luminose di notevole impatto espressivo. Una dolcezza non stucchevole, che a tratti suscita una lacrima speziata di gioia viva. Come l’aver ricevuto una cortesia inattesa, il cui ricordo  – se ben custodito – potrà darci conforto nei giorni in cui l’umanità sembrerà riservarci il peggio.
Un libro, quello di Kotaro Takemoto, sicuramente da regalare. A chi si ama, a chi è innamorato o dovrebbe esserlo. Una lettura entusiasmante per la sua ineffabile delicatezza, che lascia una piacevole sensazione di calore una volta chiuso il volume.


Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta

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