lunedì, novembre 07, 2011

Lettera aperta a La Repubblica di Palermo

 [Il testo della seguente lettera è stato inviato a La Repubblica di Palermo, in risposta all'articolo firmato da Mario Genco il 5 Novembre 2011, intitolato "Una città che perde un pezzo alla volta", in cui si afferma che la nostra fumetteria avrebbe chiuso i battenti.]

AltroQuando è ancora qui. La prima fumetteria di Palermo, quella aperta da vent’anni, resiste ancora. Ci sembra il modo più appropriato per rispondere a chi già cantava, pur lodandoci, la nostra dipartita. Non ci capacitiamo di questa falsa notizia che, dal tono dell’articolo firmato da Mario Genco su La Repubblica di Palermo del 05.11.11, dà la nostra attività per chiusa già da tempo. Né si tratta solo di fare i relativi scongiuri, giacché affermare la nostra scomparsa dal territorio su uno dei quotidiani più letti in città non ci aiuta certo a sollevare le sorti di un esercizio commerciale che, come tanti altri a Palermo, sopravvive sul filo del rasoio. E’ vero che la crisi globale ha messo in ginocchio anche noi, e che a Giugno del 2010, in un’ora particolarmente nera, è stata organizzata presso il circolo Malussène una manifestazione volta a salvare la fumetteria, nel corso della quale sono state messe all’asta opere grafiche di disegnatori emergenti e già noti. Da quell’iniziativa, svoltasi ormai più di un anno fa, e dall’aiuto di sostenitori privati, AltroQuando è riuscito a trarre le energie sufficienti per restare aggrappato alla zattera, e a resistere, faticosamente, in un centro storico sempre più vuoto e agonizzante. La nostra fumetteria, però, è ancora aperta, e oggi si vede costretta a valutare il danno di un’imprecisione giornalistica che lascia sconcertati. Uno sconcerto tanto più grande dal momento che parliamo de La Repubblica, quotidiano da noi seguito e normalmente apprezzato. Ci suscita irritazione pensare che sarebbe stata sufficiente una breve telefonata per evitare un’inesattezza, potenzialmente dannosa per terzi, di tali proporzioni. Uno dei punti fermi di chi lavora nel settore notizia dovrebbe essere soprattutto la verifica delle fonti, prassi che in questo caso sembra non essere stata seguita. Non ne vogliamo personalmente a chi ha firmato l’articolo, ma ci rende perplessi il fatto che le consuete dinamiche redazionali non siano bastate ad arginare un errore così marchiano.


Si rende dunque necessaria un’urgente smentita. Affinché i nostri sforzi quotidiani per tenere in vita quella che l’articolo di Mario Genco definisce “un’attività storica” non siano compromessi dalla leggerezza di chi sembra conoscere il nostro esercizio e le sue vicissitudini solo per sentito dire.
La fumetteria AltroQuando deve il suo nome a una celebre storia di Dylan Dog, in cui il pianeta terra è visto da alieni come un mondo popolato da creature mostruose. In quell’episodio, la Morte stessa si congeda dal protagonista e dal lettore con una frase che oggi sembra fare al caso nostro: «Non chiedermi quando tornerò. Perché sarà sempre un ALTRO quando.»
Così è per noi della prima, storica fumetteria palermitana. Siamo aperti, vivi. E il nostro QUANDO è tuttora un ALTRO.

Lo staff della fumetteria AltroQuando

1 commento:

elena ha detto...

A volte lascia sbalorditi quanto poco la gente ponderi le proprie azioni e quanto raramente metta in conto che queste possono condizionare in qualche modo l'esistenza di qualcun altro. Passerò parola anch'io, per quanto posso, del fatto che AltroQuando è ancora viva e vegeta! :)