mercoledì, novembre 09, 2011
Sarà sempre un Altro Quando...
AltroQuando vive. Sono passati cinque giorni da quando La Repubblica di Palermo ha pubblicato la falsa notizia della nostra chiusura. Oggi, 9 Novembre 2011, sullo stesso quotidiano esce la smentita, dal titolo “Scusate, AltroQuando è Viva!”, sempre a firma di Mario Genco, già autore del pezzo in cui si affermava la nostra presunta scomparsa.
La notizia sulla chiusura di AltroQuando aveva suscitato un discreto subbuglio presso il nostro giro di conoscenze, e tutt’ora continuamo a ricevere messaggi che ci chiedono conto di tale drammatica comunicazione. Per scongiurare l’influenza negativa di una notizia errata, abbiamo dunque dato il via a una campagna virale volta a dimostrare che la fumetteria AltroQuando è ancora aperta e funzionante. In tanti, spontaneamente o dietro invito, hanno iniziato a farsi fotografare davanti al negozio aperto esibendo un quotidiano del giorno. Esattamente come nelle foto usate dai rapitori per dimostrare che la vittima è in mano loro ed è ancora viva. Un’iniziativa che in queste ore sta facendo il giro di Facebook, Google+ e Twitter, e sta riscuotendo un discreto successo, trasformando l’incidente giornalistico in un ritorno di visibilità per il nostro esercizio, già sofferente come molte altre attività cittadine. Lo stesso giornalista Mario Genco si è prestato (simpaticamente, abbiamo scritto sulla nostra bacheca Facebook) al gioco, diventando uno dei tanti testimonial improvvisati del nostro attaccamento alla vita nonostante le avversità. Un gesto che, insieme alle sue sincere scuse, abbiamo molto apprezzato. Come apprezziamo la sua signorile autocritica e la smentita oggi apparsa sul quotidiano per cui scrive.
Tuttavia, c’è un dettaglio che ancora ci preme puntualizzare. Mario Genco apre il suo nuovo articolo parlando di “pubblica gogna”, che da qualche giorno lo espone a ludibrio sulla pubblica piazza. Mi spiace, signor Genco. Ma ancora una volta dobbiamo dissentire.
Già nel nostro primo comunicato abbiamo voluto sottolineare che non portavamo astio nei confronti di chi ha firmato l’articolo, ma che ci sconcertava la generale superficialità redazionale che aveva prodotto un simile abbaglio. Oggi sentiamo la necessità di precisare che, non solo nella nostra campagna virale la parola “gogna” non è mai stata né pronunciata né suggerita, ma che se di berlina si tratta, Mario Genco la condivide con molti nostri amici e clienti, prestatisi alla campagna riparatrice ben prima di lui, e presenti in rete con le loro facce, i loro sorrisi e il quotidiano scelto, sin dalla prima mattina dello scorso Lunedì. Si tratta soltanto di una campagna virale, che ha coinvolto e continua a coinvolgere quanti scelgono di sostenere la nostra attività, e non di una punizione come l’articolo di Genco, pubblicato in data odierna, sembra sottintendere.
Grazie, pertanto, a Mario Genco per la sua disponibilità. Come abbiamo già scritto altrove, sui social network, non è da tutti riconoscere i propri errori. Dal canto nostro, abbiamo voluto rispondere a questo scivolone giornalistico con la creatività e il coinvolgimento della cittadinanza a noi vicina, senza rancore e senza l’ombra di pomodori marci.
Per questo il nostro virale va avanti. Perché ci aiuta a spazzare via le nubi più scure e ci fa sentire vicini alle persone. Anche a Mario Genco, anche a La Repubblica di Palermo.
In un momento di crisi come questo, è meglio collaborare e affidarsi all’estro. Tutto quello che chiedevamo era una smentita visibile quanto il precedente errore. Per il resto, seguitiamo ad affidarci alla nostra passione, affinché il momento di chiudere e andare via sia sempre un Altro Quando.
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