Non è un segreto.
Nonostante mi sia diplomato al liceo artistico (cosa che considero uno dei miei più grandi fallimenti)... io NON SO DISEGNARE.
Non mi sono mai arreso del tutto a questa evidenza, ma so bene di non poter competere con i numerosi talenti, più o meno rampanti, delle ultime generazioni. Compresi i personaggi dell'olimpo fumettistico cittadino, fondatori dell'ormai celebre Gruppo Trinacria e attivi presso la Scuola del Fumetto di Palermo. Quindi è con molta circospezione che imbocco questo sentiero, consapevole di tutti i miei limiti tecnici, ma desideroso di far ascoltare la mia voce e convinto di aver qualcosa da dire nonostante tutto.
In effetti, da una vita sgomito per essere uno scrittore, non certo un disegnatore. E questo benché non abbia mai abbandonato completamente la mia prima passione, sia pure con esiti modesti. Gli ultimi fumetti da me realizzati risalgono ai tempi della scuola. Esempi, già allora, di quanto mi premesse forgiare storie più che esprimermi con le immagini. Infatti, di lì a poco intrapresi la strada del teatro, scrivendo spettacoli che portavo sulle scene con l'aiuto di pochi amici. Ed è con spirito analogamente autarchico che "Chiron", la mia serie a fumetti di oggi, vede la luce. Il mio tratto è stato definito dall'amico Mauro Padovani "tra l'underground e il pop". Beh, nell'esprimersi è stato gentile quanto fantasioso, e il suo (nella speranza che il futuro non lo smentisca) è un complimento che mi ha dato molto coraggio. Verrà il tempo dei pomodori marci, è piuttosto probabile. Ma affronterò una cosa alla volta.
In alto si può vedere la copertina (ancora provvisoria) del primo numero di "Chiron", la seria "metasupereroistica" a cui mi sono dedicato negli ultimi mesi. La colorazione della cover sarà affidata a Francesco Gambino (altro autore che prende parte all'iniziativa "Freak Show"), mentre per le tavole ho scelto la soluzione della mezzatinta. L'immagine qui inserita è un primo esperimento di copertina a due colori, pensata nell'ottica di un'autoproduzione.
"Chiron", il titolo della serie, prende il nome dal personaggio mitologico di Chirone, saggio centauro inventore della dottrina medica e maestro di colui che sarebbe diventato il nume della medicina: Esculapio. "Mali Estremi" sarà invece il titolo dell'episodio pilota, in cui faremo la conoscenza di un insolito team di medici specializzati a occuparsi di individui con superpoteri. Il tutto collocato in un cosmo fittizio dove agiscono numerose controfigure di personaggi iconici del pantheon supereroistico. Eroi, che in "Chiron" avranno solo funzione di comparse, osservati al microscopio dai pionieri di una nuova e controversa branca della medicina. Per qualcuno costoro sono il domani della scienza. Per altri sono dei mad doctors, personaggi inquietanti quanto ambiziosi, e ci sono molte probabilità che alcuni di loro nascondano uno scheletro nell'armadio.
Le mie tavole (e questo farà storcere il naso a molti) nascono direttamente al computer. Eseguo a mano i primi schizzi e l'illustrazione viene ultimata in formato elettronico. Non esiste supporto cartaceo. Solo tanto lavoro con Photoshop e soprattutto INKscape, un ottimo (e consigliatissimo) software freeware di grafica vettoriale.
Qualcuno si potrà chiedere il perché di certe scelte, e se non era possibile una realizzazione meno naif. La verità è molto semplice. Quando si desidera produrre un fumetto, o si dispone di conoscenze adeguate con le quali dividersi i ruoli (sceneggiatore, disegnatore, letterista, ecc.) o si è costretti a rimboccarsi le maniche e svolgere tutto da soli, facendo quel che si può. Nella fattispecie, non avevo sottomano nessun disegnatore disposto a collaborare per pura passione, e non disponendo delle risorse economiche necessarie a ingaggiarlo, l'alternativa sarebbe stata solo rinunciare al progetto. Ecco, dunque, nascere il marchio "Freak Show" e l'iniziativa di un fumetto forse gobbo, ma che spera di avere il cuore grande.
Quel che seguirà è un'avventura tutta da scoprire. Per il sottoscritto e per chi vorrà leggermi.
Alla prossima.
3 commenti:
Ciao Filippo, è il tuo omonimo cefaludese che ha appena visto la presentazione del tuo fumetto. Beh, che dire, hai catturato l'attenzione di uno studente in medicina, e sono certo che non ti mancheranno gli elogi e i complimenti. Purtroppo però mi vedo costretto a darti una ferale notizia, e spero con questo di non spingerti al suicidio.
Premessa: è una fesseria che nessuno noterebbe, ma mi permetto di fartela notare visto che ci conosciamo da un po'.
Quello che hai disegnato sulla copertina è un caduceo, ovvero il bastone di Hermes, "La bacchetta mediante la quale il dio incanta al suo piacere gli occhi dei mortali o sveglia coloro che dormono", e che quindi ha ben poco a che vedere con la medicina.
Il simbolo della medicina è invece, più correttamente, il bastone di Esculapio (o Asclepio), il figlio di Apollo istruito da Chirone nell'arte della medicina. Sembra che il serpente (uno solo) del suo bastone gli avesse portato un'erba con la quale Esculapio resuscitò il figlio di Teseo, diventando così il dio della medicina.
Il motivo della confusione (che anche molte facoltà di medicina fanno nello scegliere il loro simbolo) forse potrebbe stare nel fatto che il mito di Hermes (quello con due serpenti, per capirci), deriva da Ermete Trimegisto, cioè "tre volte saggio", il primo ad essere rappresentato col caduceo, mitico protettore dell'arte magica e del sapere in tutte le sue forme (in cui nell'antichità rientrava anche la medicina).
Confesso che neanche io sapevo tutte queste informazioni, ma quando ho visto la copertina mi ha colto il dubbio e sono andato a documentarmi. Spero non ti dispiaccia per questa piccola precisazione.
Adesso che ci penso, nel secondo volume di Promethea non sono proprio i serpenti del suo caduceo a spiegarle la magia come matrice di tutto ciò che esiste? Un ulteriore collegamento a quanto dicevo sopra.
Bene, adesso sei pregato di non tenere in nessuna considerazione queste righe e continua a lavorare per il tuo fumetto, sono ansioso di leggerlo. Ci si vede,
Filippo
Carissimo! Grazie per la visita e il commento molto interessante. La tua osservazione è del tutto pertinente. Per tirare acqua al mio mulino, m'appello (come del resto hai fatto tu stesso) alla frequente confusione dei due simboli anche presso molte facoltà di medicina. Infatti, se sul motore di ricerca immagini Altavista digiti le parole "medical symbol", appariranno più caducei che altro. Alcune immagini presentano persino entrambi i simboli (caduceo e bastone di Esculapio) etichettandoli come "Medical symbols used today". Quindi, nell'uso corrente (non necessariamente ineccepibile dal punto di vista filologico)le organizzazioni mediche ricorrono a entrambe le figure.
Ad ogni modo, il simbolo di CHIRON, e della struttura medica al centro della storia, è la croce-spada che separa in due la copertina ed è parte integrante del titolo di testata. Un simbolo personalizzato, insomma, senza ulteriori riferimenti. Per quanto riguarda, invece, l'uso del caduceo in copertina... In una versione precedente della cover, la sagoma davanti alla luna era la silhouette di un Superman classico con tanto di mantello svolazzante. In seguito, ho voluto ricorrere a un'immagine meno sfruttata. Ho quindi optato per un uomo alato, presumibilmente in lotta con due tentacoli o serpenti... insomma, una trasfigurazione del caduceo. Inteso, questo, come riferimento mitologico e ammiccamento all'immaginario medico più popolare. Ma di base rappresenta l'immagine essenziale di un supereroe durante un combattimento. Non credo, quindi che sia il caso di curarsene più di tanto (o di suicidarsi), giacché il senso allegorico della figura (e dell'Immaginario medico a essa collegato) resta assolutamente invariato.
Ancora grazie per lo stimolante commento.
Filippuzzo caro, piantala di dire che non sai disegnare! Trovo che tu abbia un tuo stile, molto curato e dettagliato. Hai raccontato una storia per immagini, e non è così facile come può sembrare, con una buona costruzione delle tavole che mostrano una ricercatezza non indifferente. Penso che il non saper disegnare sia ben altro.
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